AUTOSTRADA del SOLE: ovvero quando la magistratura non faceva irruzioni … tranne che per Segni

 

Aldo Bianchini

SALERNO – In questi giorni di inizio ottobre su tutte le prime pagine dei grandi giornali nazionali la notizia che campeggia è quella relativa alla celebrazione del 60° anniversario dell’inaugurazione dell’ultimo tratto della mitica “autostrada del sole”, una denominazione che diceva tutto, che univa Milano a Napoli (e viceversa) e che qualche scienziato in questi ultimi anni ha volgarmente cambiato in una vocale con un numero (A/1).

La sigla di oggi ha bruciato in un sol colpo tutto quello che c’era di stupendo in quelle tre paroline “autostrada del sole” che in un certo senso rappresentava al meglio la realtà di quel tempo (che ancora esiste) di una Milano desiderosa di sole e di un sud, e di una Napoli gratificati e volenterosi di offrire le proprie bellezze.

Tutto questo, nel 2010, il grande Alessandro Siani è riuscito magistralmente a ricordarlo cinematograficamente con “Benvenuti al sud” che inizia proprio con il viaggio da Milano a Castellabate sull’autostrada del sole.

Non mi soffermo, ovviamente, sui dati e sui numeri necessari per la sua realizzazione perchè potete farvene una scorpacciata semplicemente cliccando su internet; a me interessa capire perché e come fu possibile realizzarla in soli otto anni di lavoro.

Fu possibile, a mio avviso, perché all’epoca la “magistratura” non faceva le irruzioni clamorose e improduttive di oggi con finalità, spesso, di natura politica, ma osservava e indagava sempre e comunque, e lo faceva con la serietà – severità e discrezionalità che la ricerca della verità richiede.

Il ponte d Genova è una esaltante eccezione anche perché c’erano gli occhi del mondo ad osservarci; quell’autostrada di allora, oggi, avrebbe fatto la fine dell’ampliamento della SA-RC  per la cui conclusione sono stati necessari oltre trent’anni tra fermi giudiziari e insipienza della politica.

Ma anche allora, per carità ogni tanto spuntava fuori un pretore o un pm d’assalto; ricordo come fosse ieri quando nel lontano 1963 l’allora Presidente della Repubblica Antonio Segni venne in visita ufficiale a Salerno. Ebbene qualche settimana dopo si seppe che un pm d’assalto aveva aperto un fascicolo d’indagine per scoprire chi aveva pagato la cena non ufficiale offerta in onore dell’ospite in un locale della Salerno storica. Una cervellotica boutade che finì nel nulla dopo moltissime polemiche e titoloni sui giornali.

Fortunatamente la stupenda “autostrada del sole” rimarrà nella storia come la “regina viarum”.

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