MEDICI-INFERMIERI: a Polla, mentre il direttore Mandia viaggia in ambulanza, i medici e gli infermieri si vestono e si svestono … ma ci facciano il piacere !!

 

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Ripeto e rinforzo il titolo: “a Polla, mentre il direttore Mandia viaggia in ambulanza per sostituire un infermiere assente (!!!), ci sono invece medici e infermieri che pensano a vestirsi ed a svestirsi in barba alla crisi generale della sanità pubblica nazionale e valdianese” … ma ci facciano il piacere, avrebbe detto salomonicamente il grande Totò.

La notizia positiva: In ospedale c’è un’emergenza, a causa dell’assenza (tutta da verificare nella sua genesi ?) di un infermiere il trasporto urgente di una paziente da Polla ad Oliveto Citra rischia di saltare: “… A questo punto è sorto un altro problema … E allora Luigi Mandia, che è un medico d’urgenza oltre a essere direttore sanitario dell’ospedale di Polla dove è tornato dopo aver vinto il concorso, è salito in ambulanza con l’autista della stessa e ha accompagnato la donna fino a Oliveto. Un’azione necessaria anche in considerazione che la donna indiana non parla italiano. «Non lasciamo indietro nessuno e di fronte alle difficoltà troviamo le soluzioni. Voglio sottolineare che l’intero ospedale si è mobilitato per supportato la donna nello spirito di accoglienza e solidarietà del mio ospedale …” (fonte Il Mattino ed. 25.09.24).

Se per l’assenza di un infermiere, ripeto ancora tutta da verificare nella sua essenza di legalità, un direttore sanitario è costretto a salire su un’ambulanza vuol dire che siamo davvero alla frutta; e il gesto apparentemente se non addirittura, ma quanto eclatante eroico almeno del direttore lascia purtroppo anche adito a dubbi e incertezze, di tutti i tipi, che neanche Lui riesce a normalizzare in merito all’impegno professionale ed umano di tanti addetti ai lavori nel plesso ospedaliero di Polla.

La notizia vergognosa: Nel bel mezzo dello sfascio disastroso della sanità pubblica del Vallo di Diano (così almeno dicono tutti !!) la gente valdianese, cioè i pazienti-utenti, scoprono la verve battagliera di un sindacato CISL-FP (Vincenza Cirigliano, Antonio Cervone, Climaco Gianfranco, Luigi D’Alessio e Giuseppe Procaccio) che “… con una nota indirizzata ai vertici dell’ASL hanno segnalato che da qualche mese, un diritto riconosciuto dal CNL (Contratto Nazionale di Lavoro, già di per se non rispettato addirittura ora viene sistematicamente ignorato da parte dell’SL di Salerno. Infatti a coloro i quali era riconosciuto il diritto di vestizione e svestizione, seppur imitato di 10 anziché 15 minuti, per tale istituto, improvvisamente e senza formale motivazione, si sono ritrovati un blocco sul cartellino presenze con conseguenziale mancato conteggio del minutaggio per la vestizione e svestizione e passaggio di consegne …” (fonte “Il Mattino” e “leCronache.it“).

Innanzitutto da cittadino, prima ancora che da giornalista, mi sono chiesto come mai questi sindacalisti (mentre un direttore sanitario è costretto a salire in ambulanza) non si vergognano di sollevare una questione che, per quanto giusta possa essere, incide profondamente nell’immaginario collettivo e scava in maniera ancora più profonda il già immenso fossato tra l’utente e gli addetti al “servizio sanitario nazionale”; incide perché la sanità pubblica valdianese sta attraversando come quella nazionale, forse, uno dei momenti peggiori della sua esistenza; e c’è qualcuno che pensa alla vestizione ed alla svestizione (manco fossero cardinali della Santa Chiesa Cattolica) di medici e infermieri che invece di pensare a vestirsi e svestirsi dovrebbero semplicemente fare il loro dovere fino in fondo arrivando sul posto di lavoro nei tempi giusti per vestirsi e svestirsi senza tante chiacchiere e/o pretese varie che davvero stridono con la situazione reale.

Il compito di un sindacato, a mio avviso, non è tanto quello di portare avanti anche le battaglie già perse e che comunque infastidiscono la gente comune, ma è anche quello di saper selezionare le battaglie concrete da quelle surreali (mi aspetterei almeno un gesto di solidarietà verso il direttore che non è il nemico ma l’interlocutore con cui discutere) per meglio educare tutto il personale sanitario a leggere e poi capire anche l’ultimo appello lanciato dal presidente dell’Ordine dei Medici, dr. Giovanni D’Angelo, che recita testualmente: “Non esiste più nella nostra sanità un sistema di accoglienza, è venuto meno quel momento in cui si crea una condizione di empatia tra il medico ed il paziente, che invece andrebbe ricreata”.

Una contestazione, quella della CISL-FP di Polla che emerge nel momento sbagliato, proprio quando la violenza contro medici e infermieri è arrivata ad un punto di non ritorno ed ha costretto il Governo Nazionale ad emanare un decreto molto punitivo contro chi aggredisce medici e infermieri a causa, soprattutto, di quell’empatia che manca tra medici/infermieri e pazienti/parenti; figurarsi se la gente potrà mai capire la battaglia per vestirsi e svestirsi.

Se, infine, l’attività di un sindacato si misura solo da quanto scrive, senza badare a cosa scrive, siamo tutti messi davvero male.

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