(da Raffaele Bruno – Segretario Nazionale del Movimento Idea Sociale)
A proposito degli episodi terribili verificatosi in Italia di una madre che fa morire di fame la sua bambina abbandonata da sola in casa, di quella che commette infanticidio uccidendo e seppellendo due neonati partoriti da sola, a un anno di distanza l’uno dall’ altro, di quella che uccide la bimba di tre anni per farsi accompagnare al suo suicidio, della donna che accetta di vendere il neonato di cui ha portato in grembo la gravidanza per altri che poi comprano il bambino, ritengo che siano tutti episodi conseguenti al diritto di aborto. In un mondo in cui l’aborto è trionfalmente dichiarato diritto assoluto della donna, un episodio importante di libertà della sua esistenza, che considera i figli proprietà assoluta della donna e i bimbi possono essere anche venduti tramite l’utero in affitto, rotti come bambole, utilizzati come ricatto nei confronti dell’ex marito o compagno e le donne rivendicano il diritto di fare assassinare i propri bambini nel proprio ventre a spese dello Stato. Allora mi chiedo perché una donna non è ritenuta un’assassina se sopprime il proprio bambino al settimo, ottavo mese, o dieci minuti prima di partorire, come avviene in Francia, cioè quando il feto è totalmente vitale, ma lo deve essere se l’uccide dieci minuti dopo il parto? Per me una donna che fa assassinare il suo bambino di sette, otto o nove mesi è una belva e il medico che compie l’aborto è un criminale. Tra l’altro oggi nell’aborto chimico con la pillola Ru 486 il bimbo può essere espulso sul water ed eliminato semplicemente premendo il tasto dello sciacquone. Allora se l’aborto è un diritto della donna lo deve essere anche se ammazza i neonati dopo la loro nascita! Per me abortire un bambino già formato nel ventre di una donna è anch’esso infanticidio.
F.to: Raffaele Bruno