da Filippo Ispirato
Nella seduta di ieri, come ampiamente previsto anche dai mercati finanziari, la banca centrale europea ha tagliato i tassi per la seconda volta dall’inizio dell’anno, ancora di 25 punti base.
Taglio che è stato possibile grazie anche all’inflazione che sta scendendo come previsto, tanto che le stime di Francoforte restano invariate rispetto a giugno, anche se costantemente monitorate.
La decisione della Bce era attesa da mesi e non ha stupito più di tanto i mercati, e tutte le Borse europee chiudono la seduta tutte in positivo apprezzando comunque le prospettive di nuovi tagli che sicuramente arriveranno, anche se in maniera graduale, e si prevede un futuro taglio dei tassi non prima di Dicembre. La prossima settimana toccherà alla Fed, che probabilmente taglierà nuovamente i tassi di un quarto di punto.
“Manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario” e “non ci impegniamo verso alcun percorso”, ha ribadito la presidente della Bce Christine Lagarde, allontanando ogni speranza da chi si aspettava l’inizio di una fase di stimolo all’economia attraverso tagli più ampi. Bisogna restare ancorati ai dati, ha spiegato, e la buona notizia è che le stime dell’inflazione non cambiano per la quinta volta consecutiva: 2,5% per quest’anno, 2,2% per il 2025 e 1,9% nel 2026. Il target del 2% non si sposta, per la Bce sarà raggiunto verso la fine dell’anno prossimo.
Questo taglio dei tassi si concretizzerà, per chi ha in corso dei mutui a tasso misto e variabile, con un calo delle rate mensili da pagare, liberando delle risorse che potranno accrescere la capacità di spesa e di risparmio dei cittadini europei e delle imprese. Già i primi effetti si verificheranno con le rate di mutuo a tasso variabile, quindi legate all’euribor, da pagare nel mese di ottobre.