RUGGI: Polichetti – Mollo – Laurelli – Luongo e Allegro … come la volpe e l’uva

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Dopo le tante chiacchiere a vuoto, ed anche false, lette sui giornali in queste settimane; chiacchiere che riprendono esclusivamente versioni personali per farle accreditare come verità assoluta, mi è ritornata alla mente la splendida favola di Esopo dal titolo “La volpe e l’uva” (in greco antico: Ἀλώπηξ καὶ βότρυς, Alópex kái bótrys), scusatemi la citazione.

La volpe e l’uva è una famosissima favola di Esopo, che ci dà un insegnamento molto importante: non bisogna disprezzare qualcosa solo perché non la si può ottenere, come fanno spesso le persone che non ammettono la possibilità di fallire. Capita a tutti di fallire in qualcosa, ma non per questo bisogna svalutare o disprezzare quello che prima era l’oggetto del desiderio. Piuttosto sarebbe meglio accettare con molta umiltà la sconfitta e impegnarsi meglio per la prossima sfida che la vita ci porrà davanti.

E’ calzante, non c’è che dire, per la vicenda paradossale venutasi a creare al Ruggi per la risistemazione organizzativa della IVG (Interruzione volontaria gravidenza), di due UOC (Unità operative complesse – ospedaliera e clinica) e di una UOD (unità operativa dirigenziale); questo lo scenario in cui si è svolta e si sta ancora svolgendo l’intricata vicenda che mi accingo a raccontare e che ha coinvolto i cinque validissimi professionisti indicati nel titolo.

Tutte queste unità sanitarie hanno una storia ben precisa e molto radicata nel tessuto ospedaliero dell’ AUO (azienda universitaria ospedaliera) San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno; primariati e direzioni che sono andate avanti, a furia di rinvii nelle nomine effettive con la copertura politica alle spalle a proteggere e/o danneggiare tutti.

E chi ci dice che oltre alla versione raccontata di media, su ispirazione sempre di una sola parte, non ci sia anche un’altra versione dei fatti in grado di smentire tutte le ricostruzioni di comodo sul “presunto svuotamento del Ruggi” che gran parte dei media addebitano alla politica deluchiana  e/o a chi dovrebbe organizzare e non lo sa fare.

Ed ecco la versione che non sa’ da dire:

  • ““Arriva grazie all’ottima dirigenza D’Amato il momento di fare chiarezza ed invece di continuare con i soliti rinvii personali e fiduciari (politicamente scorretti !!) viene indetto un concorso pubblico per la dirigenza dell’ IVG che è la casa madre delle altre Unità Operative (complesse e dirigenziale). E cosa accade; con un colpo a sorpresa un medico sconosciuto ed assolutamente non raccomandato e fuori dalla vischiosa mischia salernitana, viene da Napoli (dove nel Pascale è stato un ottimo oncologo degli organi femminili che procreano la vita) e stravince il concorso pubblico. Apriti cielo, bisogna correre ai ripari, e cosa si fa: “Si chiede l’intervento del governatore che intercetta subito il direttore generale D’Amato che con grande educazione e fermezza chiarisce che il vincitore del concorso dr. Giuseppe Laurelli è veramente all’altezza del compito”. Fine della storia, macchè !!, da lì inizia la rivoluzione che dà il via ad un tritacarne mediatico al di sopra delle righe ma basato, però, soltanto sulle dichiarazioni di chi quel concorso non lo ha vinto (da qui la favola di Esopo) o non aveva neppure i titoli per farlo dopo anni di dirigenza provvisoria; un tritacarne condito anche con spietati ricorsi contro la persona del vincente, ricevuti dalla stampa senza un momento di riflessione.””

E se l’uva non è possibile raggiungerla ecco che spuntano le ampie e più remunerate possibilità nella sanità privata; ma questo, ovviamente, dovreste già saperlo tutti che non è accaduto solo per l’ IVG ma che proviene anche da altri reparti ben noti all’opinione pubblica, come per esempio la cardiochirurgia d’urgenza e d’elezione.

Ma per fortuna la caparbietà e la capacità riorganizzativa di Enzo D’Amato (dg del Ruggi) vanno avanti; almeno fino a quando andrà in pensione.

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