.Il Decreto legislativo n. 196/2003 ,noto come ‘’ Codice della privacy’’ stabilisce, per chi pubblica foto di bambini il reato di trattamento illecito di dati. Il divieto della pubblicazione di foto di minori trova inoltre il suo fondamento giuridico nell’art. 10 del Codice civile, nell’art. 8 Reg. Ue n. 679/2016, nell’art. 2 quinquies D.lgs. n. 101/2018, nella legge 176/1991 che ha ratificato in Italia la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, e negli articoli 2 e 31 della Costituzione. E’ vietato pubblicare foto di minori occorre sempre la preventiva approvazione del padre e della madre. Il diritto dei figli a non essere sovraesposti mediaticamente, in quanto il ritratto fotografico è un dato personale e la sua diffusione costituisce un’interferenza nella vita privata dei bambini . Nel caso dei minori vi è una tutela privilegiata sul diritto costituzionalmente rilevante all’immagine e alla riservatezza proprio perché loro possono essere meno coscienti dei rischi, delle conseguenze e dei loro diritti sul trattamento dei dati personali. Occorre che entrambi i genitori firmino una liberatoria. La dignità del minorenne prevale sempre su qualsiasi criterio o motivo della pubblicazione . Riportare dati sensibili, come il nome e la data di nascita, espone il bambino al rischio di furto d’identità. La nuova Carta di Treviso, frutto di un protocollo siglato tra Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono Azzurro, sottolinea la responsabilità che tutti i mezzi d’informazione hanno nella costruzione di una società che rispetti appieno l’immagine di bambini e adolescenti secondo il principio di difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni .Inoltre la Carta di Treviso è stata integrata dal Testo unico dei doveri del giornalista, dopo episodi gravi di cronaca, ripetute violazioni dei diritti e mancata tutela dell’immagine dei minorenni. Chi pubblica le foto di minori è punito con la reclusione da sei mesi fino a tre anni, ed è previsto da parte del responsabile il risarcimento ai danni del minore. Anche in caso di rimozione a posteriori della foto, il risarcimento del danno va comunque garantito, trattandosi di una lesione alla riservatezza dei minori. Sia l’azione penale che l’azione civile per il risarcimento del danno devono essere portate avanti dai genitori, che devono incaricare l’avvocato e fornirgli il mandato.