Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Ringrazio, senza falsi infingimenti, il prof. Giuseppe Rinaldi, sindaco di Montesano sulla Marcellana per essere intervenuto sulla vicenda tuttora inquietante della ricomposizione della giunta in seno alla Comunità Montana Vallo di Diano e per aver fatto esplicito riferimento ad alcuni miei articoli alla base del suo intervento scritto al fine di chiarire la sua posizione politica nel variegato mondo valdianese.
Lineare, lucido, essenziale, legittimo e trasparente il contenuto della lettera che Rinaldi, bontà sua, ha deciso di inviarmi; una lettera che, stando così le cose, potrebbe anche essere utile non solo per far conoscere alla gente comune cosa sta accadendo negli Enti locali e comprensoriali, ma a maggior ragione per il completamento del dibattito tra la politica in senso stretto.
Giuseppe Rinaldi ha una visione quasi aulica della propensione della politica locale verso le esigenze del territorio fino al punto di aver stretto un patto di “solidarietà territoriale” tra i quindici sindaci del Vallo, in grado di superare le barriere ideologiche e solcare nel senso del bene comune l’intero territorio.
E Rinaldi, unico personaggio politico del Vallo, ribadisce a chiare lettere la sua appartenenza al partito di Fratelli d’Italia fin da quando fu fondato dalla Meloni e da Crosetto; e prefigura, come detto, uno scenario che si espone, però, a tante riflessioni.
Per la Comunità Montana c’è un vulnus pericoloso: il principale comune del Vallo non può rimanere fuori dalla giunta. Nel corso dell’assemblea del 12 agosto scorso ho avuto l’impressione che per difendere una sola posizione in giunta si sia buttato alle ortiche la possibilità di inserire un rappresentante di Sala Consilina per quegli strani giochi di appartenenze reali con quelli percepiti.
Tutto questo, purtroppo, non va nel senso auspicato da Rinaldi in favore del territorio, piuttosto e soltanto in favore di interessi particolari e personali di potere che nulla hanno a che fare con il territorio. Mi riservo, comunque, rna descrizione più dettagliata dell’impasse politico valdianese in un prossimo editoriale.
Vi lascio alla lettura dell’interessante lettera del sindaco Rinaldi:
Gent.mo Direttore, ho letto con particolare interesse i suoi ultimi editoriali sulle recenti vicende politiche comprensoriali, in particolar modo sulla nomina della nuova giunta esecutiva della Comunità Montana Vallo di Diano.
Auspico mi possa offrire lo spazio giusto per poter intervenire su alcuni punti che mi riguardano direttamente come riguardano la comunità che mi onoro rappresentare da Sindaco.
Non sfuggirà ai lettori attenti del territorio che circa tre anni or sono è stato deciso, all’unanimità dei Sindaci del Vallo di Diano, di modificare il metodo di composizione degli organismi comprensoriali ponendo al primo posto non più l’appartenenza partitica o almeno non solo quella ma l’unità del territorio, l’autodeterminazione nelle scelte, la collaborazione istituzionale, il lavoro congiunto e condiviso. Questa scelta metodologica ha portato tutti i Comuni del Vallo di Diano, a prescindere dalle appartenenze, ad avere almeno un rappresentante negli organi comprensoriali quale segno di collaborazione a favore di un territorio che a differenza di altri, nel panorama provinciale, sconta un vulnus demografico che ci pone in posizione più debole in determinate scelte.
Coerentemente, come ho sempre fatto nel mio percorso da Sindaco, ho sottoscritto, durante l’ultima assemblea della Comunità Montana, l’unico documento (altri non sono mai pervenuti) che ha portato all’elezione dell’unica giunta possibile (altre non sono state proposte), non per restare isolato politicamente per la mia appartenenza (parafraso il dire del filosofo Nietzsche preferisco la solitudine a una falsa compagnia) ma al fine di dotare quanto prima l’Ente comunitario Montano del suo organo esecutivo, indispensabile per il funzionamento amministrativo.
Nel mio intervento in Assemblea ho ribadito le urgenze programmatiche che riporto anche qui solo per titoli: salvaguardia dell’ambiente (la Comunità Montana è stata sempre vicina al Comune di Montesano per la battaglia su Terna e sull’estrazioni petrolifere), distretto commerciale, sanità, finanza agevolata, strategia area interna, DMO, idraulici forestali, dissesto idrogeologico, pianificazione e carta del suolo, infrastrutture e viabilità, gestione rifiuti, CUC, forestazione ed altri temi strategici per il Vallo di Diano.
Su questi temi e sui motivi sintetizzati sopra è fondato il mio voto di sostegno alla Presidenza Esposito e alla sua giunta.
Preciso che non ho partecipato alla fase della scelta dei nomi né al “caso politico Sala Consilina”, chiamiamolo così, che auspico si risolva, poiché l’intesa, che mi riguardava, con i colleghi, era solo di natura istituzionale e collaborativa. Non spetta a me scegliere i nomi coinvolti o giudicare le dinamiche interne al centro-sinistra come non sono stati i colleghi a scegliere il nome che ho proposto per il Consorzio Sociale in rappresentanza di Montesano.
Voglio chiarire, se mi è possibile, un altro punto. Quando è stato diffuso, ripreso e commentato anche dalla sua testata, un comunicato di risposta alle considerazioni lecite anche se non tutte condivisibili esposte all’indomani del voto assembleare da parte dell’on. Tommaso Pellegrino, il cui ruolo è stato più volte citato nell’Assemblea, ho ritenuto che questa ultima comunicazione dei sindaci dovesse fungere da fotografia di quanto accaduto in Assemblea (il video è noto a tutti) e, politicamente, di difesa coerente della posizione del voto assunta per le ragioni istituzionali che ho detto sopra. Non nascondo che sono rimasto alquanto politicamente sorpreso, non ne ero anticipatamente a conoscenza, che alcuni Sindaci, per altro nell’esecutivo neoeletto dell’Ente montano, non hanno condiviso quella che ripeto io ritenevo una semplice fotografia (né Esposito né Pellegrino hanno bisogno di avvocati difensori delle loro posizioni) di quanto accaduto facendo scaturire, sicuramente in maniera involontaria, un dibattito territoriale, anche giornalistico, sintetizzabile nella polarità tra “amici” e “avversari” politici, “vicini” o “lontani” alla figura di Tommaso Pellegrino.
Mi tiro immediatamente fuori da una dialettica di questa tipologia. Pur avendo posizioni partitiche divergenti, oltre che con i colleghi sindaci, sono legato da un rapporto, lungo, di stima e collaborazione istituzionale anche con l’on. Tommaso Pellegrino, voce indubbiamente autorevole, libera e qualificata del nostro comprensorio, eletto democraticamente con una forte volontà popolare espressasi anche tra i cittadini di Montesano. L’onestà intellettuale, ripeto pur da posizioni politiche divergenti e pur non condividendo la sua posizione sul nuovo esecutivo montano, impone riconoscere, perché lo penso, a Tommaso Pellegrino queste qualità umane, professionali e politiche. E mi spiace che si sia potuto generare un clima di accuse dirette o di fantasiose ipotesi di “rispondere” a un consigliere regionale piuttosto che a un altro o di seguire logiche dall’alto piuttosto che altro o di tradire il partito e aderire ad altro o di complottare contro un comune piuttosto che un altro e così via.
Il discorso, per quanto mi riguarda, è molto più semplice e limpido: si è posto il territorio, i suoi problemi e l’urgente lavoro da svolgere in sinergia prima dell’appartenenza partitica. Del resto è ciò accade ed è accaduto in diversi Enti sovracomunali della provincia salernitana. Tutto qui.
Ciò non toglie che resto un Sindaco di Fratelli di Italia, che le sfide elettorali che attendono il partito della Meloni a livello provinciale e regionale mi vedranno come sempre contrapposto al centro-sinistra come accaduto, con risultati percentuali verificabili, alle ultime elezioni europee e nazionali. Sono stato sempre il primo a mettere la faccia per la mia militanza di convinzione e mai di convenienza (se avessi aderito al centro-sinistra, come più volte mi è stato chiesto, è molto probabile avrei avuto un percorso politico “più agevole”) da quando avevo sedici anni sino ad arrivare ad essere candidato alla Camera quando fu fondato FDI nel 2013 cioè quando a livello nazionale eravamo al 1,7% non come oggi che siamo il primo partito in Italia. La coerenza per me è stato sempre un valore, probabilmente tra i principali che mi riconosco i miei elettori.
Detto ciò, e mi scuso per la lunghezza, se gli organismi comprensoriali dovessero, nel prosieguo del lavoro, privilegiare la logica di partito a quella del territorio, ognuno si assumerà le proprie responsabilità e si rivedrà la fiducia politica oggi offerta. Finora con la Presidenza Cavallone ciò non è accaduto come non ho motivo di pensare accada con la Presidenza Esposito anche perché, ricordo a me stesso, l’organo principale di decisione della Comunità Montana, almeno in questi ultimi anni, è stato sempre la Conferenza dei Sindaci, vera e propria task force sulle problematiche, ad ampio raggio, del Vallo di Diano. E tra Sindaci, tra colleghi, tra amministratori a vario livello, chiamati sui problemi più rilevanti del territorio a lavorare insieme, non esiste, a mio avviso, a livello istituzionale, una pregiudiziale opposizione ma solo leale collaborazione. Se la mia è una posizione corretta rimetto ai cittadini montesanesi l’ardua sentenza. Nel frattempo, auspico si superi ogni forma di polemica e si ritorni a collaborare, quanto prima, con un profondo lavoro armonioso per il bene comprensoriale.
Montesano Sulla Marcellana, 28.08.2024
Il Sindaco di Montesano Sulla Marcellana
Giuseppe Rinaldi