Aldo Bianchini
SALERNO – Quando anche le donne vengono travolte dal potere si avvicina davvero la tanto sospirata “parità di genere” con lo smantellamento di quell’ingiusto luogo comune che individuava soltanto nel genere maschile quell’insano gusto dell’esercizio malefico del potere.
Le donne sono migliori degli uomini, le donne sono superiori all’ingordigia del potere, le donne non si si fanno travolgere dall’esercizio violento del potere, le donne sanno amministrare in maniera trasparente e democratica la cosa pubblica; e giù, da anni, con frasi e descrizioni deliranti per mettere in evidenza il meglio delle donne che arrivano sempre al potere per merito personale, al di là delle congiure di palazzo e della frenesia del potere che storicamente caratterizza gli uomini.
Tutto falso; anche le donne vengono travolte dal potere, finalmente si ristabiliscono le distanze che, come per l’esercizio del potere, si riducono notevolmente fino a far emergere la quasi completa parità di genere.
C’erano stati segnali in tal senso anche nel nostro Paese con l’arrivo al potere delle sindache di Roma e Torino (Raggi e Appendino, entrambe del Mov 5 Stelle) ma la conferma che al peggio non c’è mai fine, in maniera eclatante, è arrivata in questi ultimi giorni dal lontano Bangladesh (Si trova a est dell’India sul Golfo del Bengala, è un Paese del sud-asiatico caratterizzato da una fitta vegetazione e numerosi corsi d’acqua. I fiumi Padma (il Gange), Meghna e Jamuna creano una pianura fertile e viaggiare con la barca è molto comune. Sulla costa meridionale, la Sundarbans, l’enorme foresta di mangrovie condivisa con l’est dell’India, è il luogo in cui vive la tigre reale del Bengala) la cui premier Sheikh Hasina è stata costretta a fuggire nelle vicina India per salvare la pelle.
“”La resa dopo oltre due settimane di disordini tra polizia e dimostranti specie studenti anti governativi (300 i morti, ieri almeno 56, oltre 400 feriti): la premier del Bangladesh Sheikh Hasina si è dimessa ed è fuggita dal Palazzo presidenziale di Dakha con la sorella in India (il Paese di Narendra Modi è stato negli ultimi anni il maggior alleato del Bangladesh). L’elicottero militare è atterrato ad Agartala. Il capo dell’esercito del Bangladesh, Waker-Uz-Zaman, ha dichiarato alla nazione che formerà un governo ad interim. Revocato il coprifuoco indetto dal governo della premier deposta, oggi riapriranno scuole e università. In linea anche il presidente Mohammed Shahabuddin ha deciso di liberare dal carcere l’ex primo ministro e leader dell’opposizione Khaleda Zia, nonché le persone arrestate durante le manifestazioni (oltre 9mila). Ieri dopo altri scontri violenti, la resa di Hasina, al suo quarto mandato. La folla ha preso d’assalto la residenza ufficiale, abbattuta la statua del padre, Sheikh Mujibur Rahman una delle figure più note dell’indipendenza del Bangladesh. Da giorni tutto il Paese era dilaniato da proteste e violente repressioni”, questa la notizia rimbalzata su tutti i grandi network del mondo.
Questa donna è stata capace di dilapidare un patrimonio culturale familiare che aveva visto il padre come grande fautore della libertà e dell’indipendenza ed aveva consentito a lei di governare per quattro mandati di seguito.
Un esempio, quello del Bangladesh, che ridimensiona notevolmente il luogo comune della donna autonoma – indipendente ed in carriera e la scaraventa decisamente tra gli avvolgenti tentacoli della piovra del potere.