Alfonso D’Alessio
Tra i paesi europei oppressi dal comunismo reale, quello di stampo staliniano per intenderci, l’Albania merita il triste primato di essere quella che più ne è uscita malconcia. Spogliata forzatamente della propria anima religiosa, costretta ad una povertà senza pari, imbottita di odio anti italiano e anti occidentale in genere, si è risvegliata, dopo la caduta del muro di Berlino, in un’agonia profonda. Oggi ha compiuto passi notevoli verso un futuro migliore per i suoi figli, grazie anche all’aiuto di quell’Europa alla quale era stata
costretta, dai dittatori, a guardare con diffidenza. Chiede di entrare nell’Unione europea e Benedetto XVI ne incoraggia l’adesione. Il progetto dell’Albania per ottenere la “piena integrazione” nell’Unione europea è stato discusso sabato 5 maggio nel corso di un incontro in Vaticano tra il Papa e il Presidente albanese Bamir Topi. In un’intervista alla
Radio Vaticana, il presidente della Conferenza episcopale albanese, Mons. Angelo Massafra, ha detto che “Le sfide sono tantissime. Dobbiamo continuare a evangelizzare il nostro popolo, valorizzando il sangue dei nostri martiri e di tanti altri uccisi dal sistema comunista, anche se non ancora riconosciuti come martiri. La libertà, il ritorno alla democrazia sono passati per il sangue di tanti cristiani, sacerdoti, religiosi, anche alcuni vescovi, e questo sangue sta portando i suoi frutti. Certo, ci sono rischi che incombombono, come il consumismo, o come L’Europa che ci impone, per entrare nell’Unione, cose – diciamo così – eticamente discutibili, e c’è il rischio della droga… Sono tutti problemi molto grandi, ma noi dobbiamo continuare a evangelizzare affinché i cittadini, cattolici e non, possano diventare davvero attori di un’Albania veramente nuova, libera che possa entrare in Europa con tutti i diritti”. Da parte sua, la Santa Sede incoraggia la prospettiva di integrazione europea per i paesi dei Balcani, è questa fonte di maggiore garanzia di pace e democrazia. Secondo Mons. Massafra, le sfide della Chiesa in Albania restano numerose. Anche se in minoranza, solo il 10% della popolazione è cattolica e il resto è musulmana, la Chiesa riveste una parte importante nella
ricostruzione del paese. Tra le iniziative che indicano un cambiamento di rotta vi è la nuova università cattolica intitolata a Madre Teresa di Calcutta, di origine albanese, inaugurata nel 2005. L’integrazione è sempre un bene quando viene fatta nel rispetto della propria identità. Dunque ben venga in Europa un Albania che ritrovata la sua identità arricchirà l’Unione.
Alfonso D’Alessio