U.S.A.: la doppia fortuna di Trump

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La quasi totalità degli osservatori politici e il 100×100 degli spettatori di tutto il mondo, subito dopo l’attentato omicida, avranno pensato alla fortuna di Donald Trump per essere uscito sostanzialmente indenne dall’azione omicidiaria ordita nei suoi confronti da parte del ventenne statunitense (addirittura iscritto al Partito Repubblicano) Thomas Matthew Crooks che è stato subito ucciso dai cecchini dello United States Secret Service.

Come ogni accadimento anche l’attentato contro Trump può avere diverse chiavi di lettura tenendo conto della conclamata “doppia fortuna” di Trump:

  1. perché è scampato miracolosamente alla morte;
  2. perché l’attentatore è stato ucciso dopo che aveva sparato e colpito di striscio il Tycoon;
  3. perché il sangue che ha ricoperto la faccia dell’ex presidente ha fatto capire l’intenzionalità dell’insano gesto.

Pensate, solo per un momento, cosa sarebbe successo se gli agenti segreti avessero abbattuto l’attentatore prima che questi sparasse e ferisse di striscio il candidato, come in tal senso alcuni spettatori avevano gridato verso alcuni agenti; i detrattori di Trump si sarebbero subito scatenati nelle ricostruzioni più fantasiose del fattaccio, arrivando probabilmente anche ad accusare il Tycoon di vere organizzato una delle più grandi messe in scene della storia politica americana e cercando, così, di far recuperare lo svantaggio che Biden sta registrando nei sondaggi che al momento sono tutti pro Trump.

Un vantaggio che aveva cominciato a manifestarsi fin dallo scorsi gennaio quando cominciarono a comparire per le strade e davanti alle case degli States gli striscioni in favore dell’ex presidente.

Il sangue vivo che ha macchiato l’orecchio destro e la faccia di Trump ha chiuso ogni eventuale escalation di perfide ricostruzioni ed ha, forse, lanciato definitivamente il candidato verso la riconquista della Casa Bianca.

Sullo sfondo rimane il dramma di un’America che nonostante la sua declamata democrazia non riesce, a volte, a contenere lo scontro politico nei confini di un corretto e forte dibattito.

Inutile e quasi demenziale accusare gli uomini e le donne dello United States Secret Service per non essere riusciti a prevenire ed evitare l’attentato che avrebbe potuto nuovamente sconvolgere gli Stati Uniti d’America facendoli bruscamente ritornare indietro di almeno quarant’anni.

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