dal dr. Vincenzo Mele (giornalista)
È terminata nella giornata di Domenica 19 Maggio la mostra colettiva dedicata a Letizia Battaglia, organizzata dall’Associazione “Tempi Moderni” e curata in collaborazione con l’Archivio “Letizia Battaglia” e la Fondazione Falcone per le Arti, che ha curato la ottava edizione dei Racconti del Contemporaneo.
La mostra, dal titolo «Letizia Battaglia: una vita. Come un cazzotto, come una carezza», ha toccato non solo Palazzo Fruscione, cuore pulsante della mostra e degli eventi che hanno ruotato attorno ad essa, ma altri luoghi clou della città di Salerno: la Chiesa di San Sebastiano al Monte dei Morti, la Cappella di San Ludovico dell’Archivio di Stato di Salerno, l’Ipogeo della Chiesa di San Pietro a Corte, la Cappella di Sant’Anna all’interno di San Pietro a Corte e la Corte di Palazzo Pinto.
La mostra collettiva, inaugurata il 9 Marzo, ha visto ospiti anche di calibro nazionale: da Sabrina Pisu, giornalista dell’Espresso che ha ricordato Letizia Battaglia grazie al suo libro pubblicato da Einaudi «Letizia Battaglia. Mi prendo il mondo» a Eugenia Nicolosi, firma palermitana de La Repubblica che ha analizzato il femminismo e le battaglie correlate passando per i media.
Restando in tema di femminismo e parità, si segnala, tra i talk di rilevanza di questa edizione di “Tempi Moderni”, il talk tenutosi nel Salone “Paolo Emilio Bilotti” dell’Archivio di Stato di Salerno, sull’editoria femminile, partendo dall’esperienza editoriale del mensile all-fem «Mezzocielo» e dalla casa editrice “Edizioni della Battaglia”, nata nel ’92. Un altro evento che ha appassionato il pubblico salernitano è il dialogo tra il Prof. Alfonso Amendola, docente di Sociologia dei processi culturali dell’Università degli Studi di Salerno e direttore scientifico di “Tempi Moderni” e il semiologo e critico Francesco Casetti, relativo all’immagine dal Rinascimento ai giorni nostri.
Non sono mancate le collaborazioni con altre realtà associative, come nel caso del “Limen Open Music”, una vera ed autentica jam session aperta ai giovani del territorio e non solo, in collaborazione con l’Ass. Culturale “Limen”.
Sulla mostra, dal sottotitolo «Picchì idda?» (“Perché lei?” in siciliano), le foto di Letizia Battaglia raccontano non solo i celebri scatti di figure istituzionali assassinate in modo efferato da Cosa Nostra, ma anche di quartieri di Palermo in stato totale di degrado e anche foto di corpi nudi che simboleggiano la libertà delle persone di fronte al residuo bigottismo dell’Italia degli Anni ’70, nel pieno delle stragi terroristiche e di cambiamenti, dall’introduzione del divorzio all’aborto fino all’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore.
Ancora una volta l’Ass. “Tempi Moderni”, trainata dal direttore artistico l’Avv. Marco Russo, dal direttore scientifico Prof. Alfonso Amendola e dalla direttrice organizzativa Maria Paola Cioffi, è riuscita ad offrire l’occasione ideale per vedere i giorni nostri attraverso il contemporaneo lo sguardo di Letizia Battaglia mai banale, diretto, libero e partecipe.