SANTUCCI: il carcere, la cucina e “dieci cuochi dentro”

 

Aldo Bianchini

EBOLI – E’ stata un’esperienza molto bella e costruttiva quella di aver avuto la possibilità di vivere alcune ore all’interno della struttura ebolitana dell’ ICATT  (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze e/o Alcol dipendenze) per la presentazione del libro “Dieci cuochi dentro” scritto ed autopubblicato dalla notissima giornalista enogastronomica dott.ssa Maria Giovanna Santucci.

Sebbene l’ICATT si una struttura modello ed all’avanguardia per quanto riguarda una realtà carceraria diversamente attenuata rispetto agli istituti di pena normali, sebbene tutti i presenti-trattenuti nella stessa struttura siano già in uno stadio avanzato di recupero sociale, e sebbene il tutto si è svolto in un angolo del giardino ottimamente tenuto dagli stessi ospiti, si respirava una di quelle atmosfere ai limiti della suggestione che ha fatto sentire gli ospiti occasionali (giornalisti e invitati) come in un limbo ovattato e molto distante dalla cruda realtà in cui comunque i “trattenuti” devono osservare regole ben precise ed anche rieducative.

  Molto apprezzabile e decisamente corretto il modo con cui l’istituto è diretto dalla dott.ssa Concetta Felaco, coadiuvata splendidamente dalla dott.ssa Monica Faiella in un quadro complessivo di grande complicità positiva tra la dirigenza, gli assistenti, le guardie carcerarie e i trattenuti. Un esempio di conduzione di un istituto di pena che dovrebbe essere seguito su tutto il territorio nazionale per garantire a chi è disposto a recepire tutto quanto possibile per un sicuro recupero sociale e per essere pronti a fine pena d esercitare un mestiere capace di garantire i presupposti minimi per una non contrastata e agevole ragione di vita.

In questo contesto la scrittrice-giornalista Maria Giovanna Santucci si è inserita molto bene e, superando tutte le oggettive difficoltà proprie di una struttura del genere, ha saputo individuare i soggetti disposti ad accettare le regole del progetto e d elevarli al ruolo di “cuochi” con le diverse sfaccettature finali, fino al punto di elaborare  e tradurre per iscritto una serie infinita di ricette finalizzate alla presentazione di numerosi primi piatti (28), di secondi piatti (16) e dolci di vario genere (12).

Per la loro preparazione si sono cimentati, sempre sotto la guida di Giovanna, ben dieci spiranti cuochi: Patrizio, Mario, Vincenzo, Alfonso, Carmine, Antonio, Rosario Antonio, Raffaele e Adriano.

E sull’onda della verace napoletanità di alcuni di loro c’è stata la piacevole sorpresa della “pizza napoletana” presentata, in varie forme (anche quella a base di patate), nel corso della presentazione del libro.

Presenti, oltre alla direttrice Felaco ed alla Faiella, anche la dott.ssa Alessandra Capuano (esperta ed interprete in Lingua dei Segni LIS) insieme all’autrice del libro Maria Giovanna Santucci; il tutto è stato coordinato in maniera speciale, umana e sensibile dalla brava giornalista Patrizia De Mascellis.

Ospiti, oltre al sottoscritto, anche i giornalisti Pietro Cusati (segretario dell’associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) e Maddalena Mascolo (direttrice editoriale del giornale online www.ilquotidianodisalerno.it e la cuciniera vegana Cristina De Vita (vero enorme motore pulsante di ogni manifestazione).

Davvero molto apprezzato il riferimento alla figura del notissimo giornalista enogastronomico dott. Carlo Galimberti (deceduto d qualche anno) al quale l’autrice del libro ha voluto dedicare l’intera manifestazione ribadendo quanto già scritto come dedica nello stesso libro: “A Carlo, penna forbita del giornalismo, uomo di grande cultura, intelligente, geniale, un grazie per avermi introdotto nel meraviglioso mondo della gastronomia”; con l’aggiunta della pubblicazione di una bella lettera che lo stesso Carlo aveva inviato a Giovanna nel lontano 2001.

Alle qualità di Carlo citate da Giovanna mi permetto di aggiungerne una: la grande umanità che ha sempre contraddistinto il percorso di vita del grande giornalista con esperienze anche a livello internazionale.

 

 

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