da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce dal 2026 i test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura,la procedura è affidata al Consiglio Superiore della Magistratura. ‘’Non c’è nessun vulnus, nessuna lesa maestà”, ha assicurato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Sarà il Csm a nominare i docenti universitari in materie psicologiche , su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università , che costituiranno la commissione giudicante. Il Csm disciplinerà i test in generale e la commissione esaminatrice prenderà le decisioni specifiche. Gli aspiranti magistrati avranno la possibilità di ripetere l’esame di accesso fino a quattro volte. Il ministro della Giustizia ha paragonato i test psicoattitudinali per i magistrati a quelli già previsti per altre professioni importanti, come i medici e il personale delle forze dell’ordine.I questionari sono simili ai test ‘Minnesota’ ,già sperimentati in altri ambiti ,e verranno utilizzati per valutare la personalità dei candidati. Il colloquio psicoattitudinale avverrà durante la prova orale, ma già dopo quella scritta il candidato riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm e costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo,il quale sarà presente solo come ausilio, al collegio è demandato il giudizio finale sul complesso delle prove. Per il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati ,ANM,Giuseppe Santalucia: “La dispensa per infermità anche psichica esiste nel nostro ordinamento da tempo immemorabile, da una legge del ’46. Se ci sono casi di squilibrio patologico si interviene, ma il ministro della Giustizia ha già un potere di vigilanza e ha gli strumenti per intervenire in questi casi. Se poi si vuole controllare altro che non sia la patologia psicologica, ma il modo di essere, l’espressione di una personalità che non piace, questo è arbitrio. Ci sono tantissime categorie che non fanno il test. Non siamo l’unica magistratura del Paese, ma siamo l’unica magistratura che ha tutta questa attenzione da parte del governo, le altre non ce l’hanno”. In merito ai testi psicoattitudinali per i magistrati introdotti dal governo : ’’Andrebbero praticati a coloro che occupano posizioni apicali e anche a chi ha responsabilità di Governo, da aggiungere anche il narco-test e l’alcol-test, perché, “chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati ma è anche ricattabile”, secondo il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri. ‘’L’esame psicoattitudinale è previsto per le forze dell’ordine. Il pubblico ministero è il capo della polizia giudiziaria che è sottoposta al test. Se sottoponiamo ai test chi obbedisce al comandante, è possibile non sottoporre a test chi ha la direzione della polizia giudiziaria? Polemizzare sui test per chi comanda la polizia giudiziaria che peraltro è sottoposta a test psicoattitudinali rigorosissimi”, ha detto il Guardasigilli. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia: “Non c’è un’esigenza reale, ma solo simbolica, per dire che i magistrati non sono equilibrati. I controlli già ci sono. È un messaggio simbolico per gettare ombra sulla magistratura”.
Magistrati equilibrati anche psicologicamente al loro delicato ruolo .L’iniziativa dei test sui magistrati per verificare l’attitudine alle funzioni dal 2026 è partita dal Parlamento ,le Commissioni Giustizia hanno invitato il governo a introdurre il test entro il 30 marzo 2024, termine stabilito dalla legge delega. Ovviamente il testo è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri. Inoltre il provvedimento prevede che gli psicologi siano scelti tra i docenti universitari e che la procedura venga affidata ad un organo indipendente quale è il Consiglio Superiore della Magistratura.