dal prof. Nicola Femminella
(docente – storico – giornalista)
È stato presentato alla Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli, il 16 u. s., nello spazio della Regione Campania, “Il Progetto sul turismo archeologico europeo nei 4 comprensori del Grande Cilento”.
Ne ha illustrato i contenuti e il vigore progettuale il prof. Renato Di Gregorio, responsabile della Segreteria dell’Associazione dei Comuni del Cilento centrale, destando l’interesse dell’Assessore al Turismo on. Felice Casucci e dei presenti. 40 Comuni del Cilento, Vallo di Diano, Alburni e Golfo di Policastro, con delibera di Giunta, hanno deciso di dar vita ad una iniziativa condivisa, per unire in rete le giacenze archeologiche rinvenute nel proprio territorio. Ad essi si collega il percorso europeo dei Focei, su cui lavora da due anni il prof. Renato di Gregorio, per formare un unico sistema turistico del Mediterraneo, volto a promuovere una offerta oltremodo trainante che porti elevati flussi di turisti in questi luoghi privilegiati dalla bellezza della natura incontaminata e dai lasciti preziosi dell’arte e della storia. Ai 40 paesi dei 4 comprensori citati, si uniscono, quindi, le città di Aleria (Corsica), Nizza e Marsiglia (Francia) e L’Escala (Spagna), tutte fondate dai Focei nei secoli VII e VI, con le quali si sono avuti contatti fruttuosi e scambiate visite proficue, che inducono a ritenere più che possibile, per questa seconda parte del progetto, la decisione favorevole da parte del Consiglio d’Europa, al quale sarà presentato l’istanza corredata da un adeguato e convincente dossier. L’iniziativa è volta alla valorizzazione del considerevole patrimonio archeologico, sedimentato in quasi tutto il territorio della parte meridionale della provincia di Salerno, al quale gli studiosi di diverse Università e i responsabili apicali della Soprintendenza di Salerno riconoscono e assegnano una rilevanza che valica i confini nazionali. I nostri luoghi hanno conosciuto la presenza dell’uomo fin dalla preistoria per le favorevoli condizioni climatiche e la presenza di ripari e risorse che hanno garantito, in quegli albori del genere umano, la sopravvivenza di coloro che in essi hanno compiuto il ciclo vitale. La presenza dell’uomo nelle nostre terre non si è mai interrotta, ha superato anche l’incombenza delle glaciazioni che in altre parti dell’Italia e dell’Europa avevano determinato la scomparsa dei primi aggregati umani o il loro spostamento verso aree con temperature più propizie allo stanziamento di tali gruppi. Si è così costituito nei territori, attraverso le epoche della preistoria e della storia, il grande libro della nostra etnia, nel quale si sono succedute tutte le civiltà, a cominciare da quelle sorte nel paleolitico inferiore e nel quale si è accumulato un ingente capitale archeologico di inestimabile valore, che non teme il confronto con altre località dotate di uguali ricchezze, derivanti dal loro trascorso storico. Le numerose grotte hanno rivelato stratificazioni preziose ed evidenze dell’intero ciclo preistorico a Camerota, San Giovanni a Piro, Castelcivita e tracce degli antichi abitati nelle grotte del Pino a Sassano, di Vallicelli a Monte San Giacomo sotto il monte Cervati e in quelle di Sapri e San Giovanni a Piro sulla costa del basso Tirreno. L’era dei metalli ha rivelato l’unico villaggio palafitticolo al mondo nella grotta di Pertosa-Salvitelle e ritrovamenti pregiati nelle necropoli di Cosilinum, Buccino e di Roccagloriosa. In tempi più vicini le civiltà greca e romana ci hanno regalato i templi di Paestum e gli edifici religiosi di Velia; quella lucana le mura possenti di Roscigno e Moio della Civitella e una infinità di reperti e manufatti negli altri siti, fino alle magnificenze lasciateci dai Sanseverino a Teggiano e nella monumentale Certosa di Padula. Né mancano nelle nostre vetrine i riconoscimenti dell’UNESCO. Un viaggio affascinate lungo migliaia di secoli, con lasciti di storia e arte da cui trarre capitoli da regalare a studiosi, a turisti e viaggiatori, ma pure da inserire nei curricoli scolastici per i nostri giovani studenti, fin dalla scuola primaria, perché tramite le pregevolezze del passato possano apprendere e assumere insegnamenti, con i quali costruire il loro futuro.
Il progetto si è evidenziato anche per il lavoro e le procedure che ne hanno caratterizzato il percorso fino ad oggi, per esplorarne e definirne ogni particolare, oltre a conferirgli qualità e valenza persuasiva che, si spera, possano essere condivise dalle istituzioni abilitate a fornire le risorse finanziarie per l’attuazione dei programmi previsti. Si è partiti con il rilevare tutte le aree nei 4 comprensori che possiedono evidenze archeologiche rinvenute nei paesi tramite indagini e scavi effettuati dagli organismi abilitati a farlo o per puro caso durante escavazioni per altri obiettivi. Insieme alla prof.ssa Giusy Rinaldi abbiamo effettuato visite e verifiche sui luoghi, anche per ricavare notizie e materiale documentario prodotti nel corso degli anni. Inoltre, si è proceduti con una ricerca finalizzata a individuare nei musei provinciali e nazionali reperti e manufatti derivanti dai nostri borghi, che in quelle istituzioni sono esposti o depositati. Nutriamo la speranza che un giorno sia consentito di averli nei nostri Musei, per ostentare la loro preziosità perché, questa, se divulgata e fatta conoscere con una comunicazione idonea e mirata, possa attirare turisti e appassionati di storia e di archeologia. Non sono mancati gli incontri con studiosi di storia locale, per coinvolgerli nell’opera di ricostruzione storica dei nostri paesi. Né sono stati trascurati i giovani, con la certezza che in caso di traduzione in fattualità del progetto, essi potranno fornire un valore aggiunto nelle fasi di lavoro previsto e svolgere un’utile attività di formazione per i vari percorsi di inserimento nel mondo del lavoro, verso i quali si orienteranno. Quindi, abbiamo portato a termine la fase più complessa e alquanto faticosa: la raccolta delle delibere assunte dai 40 Comuni che hanno aderito al progetto, diventando protagonisti dell’iniziativa. Si è giunti in tal modo alla stesura definitiva del progetto, formalizzato e descritto nei dettagli, dopo averne anticipato i contenuti negli incontri avuti con i responsabili del Parco Cilento, Vallo di Diano, Alburni, la Provincia di Salerno, i Ministeri della Cultura e del Turismo. Di intesa con il Presidente delle Aree Interne, on. Michele Cammarano e l’Assessore al Turismo on. Felice Casucci, il progetto sarà inoltrato alla Regione Campania perché gli organi deliberanti ne valutino la qualità e le ragioni socio-economiche, nonché i possibili sviluppi e vantaggi per un territorio che aspira a costruire un futuro per i propri giovani, che non sia fatto di partenze dai luoghi natii e di addii agli affetti familiari.