Aldo Bianchini
SALERNO – Quella fornita dalle manganellate della Polizia su studenti e manifestanti, apparentemente con le mani alzate e scrupolosamente innocenti come angioletti che vanno verso l’altare della prima comunione con un giglio bianco stretto tra le mani, è l’occasione per commentare e cercare interpretare dopo le parole sacrosante del Presidente della Repubblica contro l’utilizzo dei manganelli sui ragazzi.
Rimango basito per come la sinistra riesca sempre a strumentalizzare ogni cosa, soprattutto quando il Presidente scende in campo a gamba tesa come è accaduto per le manifestazioni di Pisa e Firenze a favore della Palestina.
Non so se l’intervento possa rientrare tra le poche prerogative del Capo dello Stato; prendo atto, però, che molti costituzionalisti (non tutti !!) si sono pronunciati in questo senso e per quel doveroso rispetto della loro cultura comprendo le loro esternazioni pur non condividendole in pieno; così come non condivido l’intervento a gamba tesa del Presidente.
Proviamo insieme a riavvolgere il nastro ed a spiegare cosa è una manifestazione di protesta, anche se velata dall’attenuante della pace.
Dunque una manifestazione ha un punto di raccolta che rappresenta la partenza ed un obiettivo di raggiungere, percorrendo strade ed attraversando piazze di una città, un traguardo dove gridare a squarciagola il proprio pensiero di dissenso. Quando, però, l’obiettivo è molto sensibile le forze dell’ordine, costituzionalmente abilitate al mantenimento dell’ordine pubblico, tracciano una linea rossa (immaginaria o anche fisicamente visibile) che diventa così insuperabile per una infinita serie di ragioni che non sto qui a ricordare perché tutti le conosciamo benissimo. Dunque il corteo composto da qualche migliaia di giovani, tutti bravissimi ed in aria di redenzione divina se non proprio santificazione, che sempre da innocenti per grazia ricevuta lungo il percorso si preoccupano di prendere anche la comunione (sono lì con i gigli in mano per questo ?) e come penitenza cosa fanno: devastano un Carrefour, assaltano un negozio sfitto tra la stazione centrale e Via Vittor Pisani, alcuni giovani con il volto coperto ed abiti neri prendono a sassate le vetrine di un altro supermercato, alcuni altri giovani con passamontagna brutalizzano a parole e gestacci gli automobilisti fermi e in coda, poi ancora sassate contro le vetrine di un altro supermercato, sfondamento del lunotto di un’auto della polizia e ferito l’gente al suo interno, assalite anche due auto della Guardia di Finanza, tentativo di assaltare il Consolato degli USA, lancio di oggetti e due ordigni incendiari non esplosi contro la Polizia, costringono il drappello ad indietreggiare fino alla famosa linea rossa. E qui comincia la sceneggiata; i giovani mettono tutti le braccia alzate e continuano a camminare per spingere la Polizia oltre la linea rossa. E in qualsiasi altro “Paese civile” la linea rossa non si oltrepassa mai.
Purtroppo tutta la stampa nazionale, in gran parte eterodiretta dalla sinistra, pone l’accento soltanto su questa parte finale con alcuni poveri bambini della prima comunione che prendono qualche manganellata; apriti cielo la Polizia è colpevole di maltrattamento dei giovani destinati un giorno a guidare la Nazione (sono tutti universitari !!), anche se da ragazzi col giglio in mano hanno distrutto e saccheggiato. Tra i titoloni più eclatanti si legge: “Manganelli, tarallucci e vino” – “Chi ha dato l’ordine e perché” – “L’inchiesta sulla catena di comando delle manganellate” – “Le giustificazioni della violenza sugli studenti da parte del Governo” – “Il parere del costituzionalista Cesare Mirabelli – La violenza solo se c’è vera necessità” – “La violenza non è mai educativa” – “L’esempio prima di tutto”, ecc. ecc.
Certo che i manganelli sui ragazzi esprimono un fallimento; bisognerebbe aggiungere che il fallimento può anche essere degli stessi ragazzi, ma questo non si può dire.
Scusate l’ardire ma non posso fare a meno di “sorridere” alla dichiarazione di Mattarella che dopo aver bacchettato la Polizia, un paio di giorni dopo i fatti di Pisa e Firenze, si è affrettato a dichiarare la sua solidarietà verso quegli agenti assaltati a Torino, mentre erano nella loro volante davanti alla Questura, da una cinquantina di “antagonisti” (fonte Il Mattino del 29.02.24). Questa, per me, si chiama incoerenza nonostante i due casi possono apparire diversi.
Personalmente pur rispettando ogni libertà di pensiero e di manifestazione pubblica mi sono da sempre chiesto: “Come diavolo devono fare pochi poliziotti per fermare un’ondata di migliaia di ragazzi, già furbi e vaccinati che hanno devastato tutto ciò che potevano sul loro cammino, se non tirando qualche sacrosanta manganellata ?”.
In caso contrario dobbiamo farcene una ragione ed assistere a giovani innocenti con il giglio in mano che, dopo aver messo a soqquadro un intero quartiere, scavalcano le barricate delle forze dell’ordine ed entrano dovunque, semmai anche nel Conclave per verificare se i Cardinali imbrogliano con le schede.
So benissimo che il problema non troverà mai una facile risoluzione; sarebbe sufficiente che le forze politiche non strumentalizzassero, a turno, ogni accadimento del genere.