da Dr Alberto Di Muria
Padula-Consumare marijuana da giovani può compromettere la memoria a lungo termine da adulti. È ciò che afferma una ricerca pubblicata su Hippocampus da un team della Northwestern University. Dallo studio emerge che la cannabis è in grado di danneggiare selettivamente quelle aree cerebrali deputate alla memoria a lungo termine che utilizziamo ogni giorno per risolvere i problemi più semplici. Ad essere danneggiato è soprattutto l’ippocampo, l’area del cervello fondamentale per l’orientamento spaziale e per la memoria.
Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di ex consumatori di cannabis ad alcuni test cognitivi e alla risonanza magnetica. Si trattava di soggetti che in età scolare avevano fumato almeno una volta al giorno per tre anni. I dati sono stati confrontati con quelli di chi non aveva mai fatto uso di droga. Secondo un altro studio pubblicato su Lancet Psychiatry da un team dell’Università di New South Wales di Sydney, è emerso che la riduzione delle performance cognitive a distanza di due anni dal consumo era pari al 20% nel primo gruppo.
La risonanza magnetica ha poi evidenziato alterazioni strutturali nell’area dell’ippocampo, la marijuana provoca danni importanti ai ragazzi che ne fanno uso prima dei 17 anni. Le probabilità di completare il liceo o l’università si riducono del 60% rispetto ai coetanei che non fanno uso della sostanza e aumentano i rischi di tentato suicidio e di abuso di altre sostanze illecite.
Gli scienziati australiani hanno esaminato i dati provenienti da tre grandi studi longitudinali svolti su un totale di 3700 persone. Dalle informazioni raccolte emerge un nesso diretto tra la frequenza di utilizzo della marijuana in adolescenza e i risultati scolastici insoddisfacenti.
Un altro studio dimostra la pericolosità della cannabis per gli adolescenti. La ricerca, dell’Università di São Paulo, in Brasile, pubblicata sul British Journal of Psychiatry, evidenzia danni cerebrali importanti nei soggetti che fanno uso di cannabis prima dei 15 anni. Dalla ricerca è emerso che i fumatori precoci di cannabis mostravano più difficoltà a eseguire determinati compiti, a mantenersi concentrati e a contenere gli impulsi, rispetto a chi aveva cominciato più tardi.