da Giuseppe Amorelli (avvocato – scrittore)
La 74° edizione del Festival della Canzone Italiana si conclude con la vittoria del brano “La Noia” interpretato da Angelina Mango che lo ha scritto insieme a Madame e Dardast.
La caratteristica delle “canzoni d’autore” è che esse, per diventare opere d’arte, debbono essere abitate da tensione ideale e da un retroterra, se possibile letterario. Lo furono e, divennero “fenomeni”, le canzoni d’autore degli anni 60/70, un’epoca ineludibile marcatamente idealista. In quel periodo fu proprio lo slancio idealista e ribellista che animò i brani musicali come strumento di lotta, di contrasto a principi assoluti e alle sovrastrutture restrittive del mondo borghese. Sino a qualche anno fa la canzone italiana aveva smarrito la propria aura di prodotto artistico, ponendo in essere “materiale” da magazzino, di largo consumo. Da qualche anno, la tendenza sembra mutata, vi sono “artisti” che propongono “temi” che hanno un’anima. Infatti se la “canzone d’autore” intesa quale unità narrativa e metrica inscindibile ovvero prodotto del linguaggio letterario e musicale con l’ulteriore elemento semantico che è l’interpretazione, e intrecciata a contenuti sociali, letterari, filosofici, psicologici, diventa un’opera d’arte.
Angelina Mango, con il suo brano “La Noia” ha voluto dare una lettura diversa da quella corrente al significato di noia, il lato oscuro dell’uomo ovvero l’ombra, ovvero a quegli aspetti oscuri, negativi, ignorati della personalità che si traducono in “vuoto interiore”. Il ‘Taedium vitae’ di Terenzio ovvero il non trovare quiete ne dentro né fuori di noi; ‘La noia è assenza di passioni e di emozioni’, sia negative (dispiacere) che positive (piacere, felicità, godimento), soleva affermare Leopardi. Baudelaire la definiva malattia, o peccato, che è molto comune e fa sospirare la gioventù.
Comprenderla e apprezzarla è ancora sintomo di grande lungimiranza. Quasi un miraggio in un’epoca in cui non sembra possibile avere a disposizione tempo per annoiarsi. E invece averlo è un grande privilegio. Non riuscire a trovarlo, un’inevitabile
Angelina Mango, nella sua canzone dice:” «Quasi quasi cambio di nuovo città che a stare fermi mi viene la noia» .Viene di fatto ribaltata la visione negativa del concetto di “Noia”, “Nullita” e restituisce un valore a uno stato d’animo troppo odiato che invece è nobile ed edificante, perché è la inquietudine dello stare fermi che dobbiamo combattere. Angelina Mango ci invita a non avere un’idea negativa della noia ma ad intenderla come uno stato di sospensione che ci apre la vista e delle emozioni: la noia capace di ripristinare il pensiero attivo.
D’Altronde sono gli stessi psicologi clinici fautori del “benessere psicologico” a sostenere che ”La noia è un’emozione importantissima che non va mai invece sottovalutata. Quando siamo annoiati la nostra mente crea nuovi stimoli. I nuovi stimoli, a loro volta, favoriscono la fantasia e la creatività e aiutano l’attitudine alla risoluzione dei problemi. La noia permette di riflettere in maniera diversa da quando non sei annoiato perché in quel momento hai più concentrazione su te stesso, vivi un tempo lento. In un’epoca come questa dove siamo sempre di corsa o iperconnessi, vivere un tempo lento è un regalo. Siamo travolti dalle corse e dallo stress e invece dovremmo concederci ogni tanto di essere annoiati. Non è un sentimento negativo anzi, va ricercata.”
Il Brano “La Noia “ rappresenta quindi la “nota” piu intonata del festival di Sanremo 2024 , capace di affermare nel panorama musicale italiano, e nell’atmosfera godereccia del festival stesso, come la “canzone d’autore” sia ancora capace di intercettare nella società e soprattutto nei giovani i suoi bisogni, le sue ansie, e fornire una visione positiva scevra da qualsivoglia condizionamento ideologico, ma soprattutto anteposta al “nulla”