Domenico Mastrovita
Il 22 aprile si festeggerà: la Giornata della Terra. Questa celebrazione si collega idealmente ad una manifestazione svolta 42 anni fa negli Stati Uniti che mobilitò molti cittadini
americani in difesa del pianeta Terra, la prima Earth Day.Da allora lo sguardo sui
temi ambientali dell’opinione pubblica è andato via via crescendo. Oggi attraverso
l’Earth Day Network si stanno riunendo le forze in vista del vertice che si
terrà a Rio de Janeiro (Rio+20), sullo sviluppo sostenibile, previsto per il
mese di giugno 2012 e organizzato dalle Nazioni Unite.Secondo il presidente del
Earth Day Network, Kathleen Rogers: “Se vogliamo evitare il peggio sul fronte
dei cambiamenti climatici e proteggere il nostro pianeta, se vogliamo creare
nuovi posti verdi, l’occupazione del futuro, allora dobbiamo sostenere l’economia
in difficoltà, dobbiamo alzare la nostra voce e far sapere ai leader mondiali
che vogliamo un’azione rapida. Questo è il motivo per il quale il tema di Earth
Day 2012 è ‘Mobilitare la Terra’ ”Earth Day Network per
“Mobilitare la Terra” e per dar forza alle sue idee ha promosso delle azioni
“verdi” concrete e decise che tutti possono quotidianamente compiere. Tra le
iniziative più diffuse ci sono state le seguenti: mangiare alimenti prodotti nella zona (a km zero), piantare un giardino a casa oppure a scuola, coltivare ortaggi sul proprio balcone, firmare petizioni in difesa dell’Amazzonia, sostituire le vecchie lampadine alogene con luci più efficienti e a risparmio energetico e utilizzare sacchetti di tela per la spesa. Un’altra iniziativa fondamentale per il pianeta, anche questa promossa dal Network, è quella di cercare di riunire tutte le energie al femminile impegnate nel sostegno di un tipo di progresso sostenibile. Il progetto in questione si chiama Wage (acronimo di Women and green economy). La motivazione è semplice e allo stesso tempo logica, in quanto
le donne rappresentano circa il 50% della popolazione mondiale e per l’85% incidono attivamente su tutte le scelte dei consumatori.Una delle risorse più preziose fornitaci dal Pianeta è il terreno fertile che serve a produrre la maggior parte dei nostri alimenti. La formazione dei suoli e l’erosione degli stessi sono dei fenomeni iniziati molto prima che l’umanità comparisse sulla Terra. In mancanza di alterazioni esterne il fenomeno dell’erosione era bilanciato. La capacità di rigenerazione del suolo è molto lenta (per i tempi umani), infatti la formazione di un metro di suolo richiede in media dai 10000 ai 50000 anni. Al momento in alcune zone del globo la velocità d’erosione imputata alle attività umane è dalle 18 alle 100 volte maggiore della velocità con cui il suolo si rigenera autonomamente.Questa minaccia non è
percepita perché a partire dal 1950 lo sviluppo di fertilizzanti chimici, semi ad alta produttività e una massiccia meccanizzazione, hanno di fatto aumentato la produzione agricola in molte regioni del mondo, camuffando il problema dell’erosione del suolo e creando una falsa sicurezza alimentare. La realtà invece è ben diversa; la preziosa risorsa “Terra” intesa come suolo viene sfruttata in modo eccessivo e nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un rapido degrado del terreno coltivabile.I principi a tutela dell’ambiente sono validi,
la tecnologia per risolvere molti problemi ambientali è disponibile, sono presenti i capitali, si parla di queste tematiche da tempo e la soluzione
adesso sta tutta nella volontà di cambiare. La questione su come possiamo contribuire attivamente sul nostro domani è ancora aperta. Tradizioni sociali ed economiche troppo spesso condizionano scelte che vengono prese solo sulla base di profitti a breve termine, senza tener conto dell’impatto che esse hanno sull’ecosistema Terra e sulle popolazioni che lo popolano. Il rispetto e la tutela del Pianeta è fondamentale per garantirci un futuro prospero e sereno. Tutti possono apportare un serio e significativo contributo ogni giorno e fare la differenza: la giornata della Terra ce lo ricorda.
direttore: Aldo Bianchini
Ecco come fare cultura…
L’attuale crisi economica ci conferma una verità che troppo spesso dimentichiamo e cioè che quanto gli uomini fanno ha sempre ripercussioni sul futuro.
E l’errore più grande delle generazioni che ci hanno preceduto è di avere vissuto senza tenere conto di ciò, oltrepassando certi limiti. A farne le spese è stata anche la Terra stessa che ci ospita, che merita massimo rispetto se vogliamo che continui ad essere benigna e non maligna nei nostri confronti.
Il principio dello sviluppo sostenibile deve diventare principio categorico!
Sarà retorico ma ogni giorno si dovrebbe celebrare una giornata della terra! Questo articolo affronta diverse problematiche, infatti il tema è veramente ampio e complesso… Mi trovo d’accordo con le parole conclusive: “Tutti possono apportare un serio e significativo contributo ogni giorno e fare la differenza: la giornata della Terra ce lo ricorda.” E per riprendere le parole di Gandhi: dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere!
Bellissimo articolo e mi trova pienamente d’accordo!
Bell’articolo, completo e interessante.
Sono contenta di verificare che già sto facendo le cose che “fanno bene alla terra”. Purtroppo verifico nel mio orto che senza aiuti (io uso la terra del composter, ma anche letame maturo) gli ortaggi non crescono forti e non rendono come siamo abituati. O forse pretendiamo troppo?
Mi piace l’articolo. Penso che lo scaricherò e lo farò leggere ai miei alunni più grandi: hai delineato in modo sintetico alcune delle principali difficoltà/sfide attuali per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Lo trovo ricco di stimoli di riflessione…speriamo di essere in grado di non dimenticarci anche delle buone pratiche poi!
Ogni volta che sento la parola”bestie” mi viene da pensare che le bestie siamo noi. l’arroganza e la paura che ci distingue ci portano a comportamenti che non hanno riferimento al mondo animale.Io preferirei che tutti gli essere viventi sulla terra, fossero identificati allo stesso modo. Ci siamo messi in cima all’ordine divino ma non siamo capaci di gestire il ruolo che ci siamo assegnati.