Aldo Bianchini
SALERNO – Quando si parla di personaggi in genere e di personaggi dell’anno, sicuramente al di sopra di tutti e di tutto va inserita una coppia di personaggi d’altri tempi: Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano, il primo quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri e il secondo due volte Presidente della Repubblica.
I due grandi personaggi, caratterialmente e ideologicamente distanti tra oro almeno mille miglia, se le sono dette e suonate di santa ragione quando erano in vita; pur tuttavia hanno avuto la capacità di morire nello stesso anno, il 2023, dopo una vita vissuta pienamente:
- Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936 – Milano, 12 giugno 2023[4][5]) è stato un imprenditore e politico italiano, quattro volte presidente del CdM; anni 87
- Giorgio Napolitano (Napoli, 29 giugno 1925 – Roma, 22 settembre 2023[3]) è stato un politico italiano, 11º presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015, il primo eletto per due mandati consecutivi; anni 98.
Sono morti a distanza di 102 giorni l’uno dall’altro; il primo è trapassato Silvio (e non poteva essere secondo) ed a ruota è andato via Giorgio; naturalmente funerali di Stato per entrambi.
Come ho già scritto, i due si sono incontrati nei prati celesti e su sollecitazione di Silvio nei confronti di San Pietro le porte del paradiso si sono aperte anche per Giorgio; mentre altri, forse anche più religiosi di loro due, stanno ancora aspettando nel limbo del Purgatorio.
Avevo anche raccontato, immaginariamente, dell’incontro già avvenuto tra due in paradisiaco salone fatto allestire da Silvio in onore del suo ospite, e per iniziare con Giorgio una pacata e riflessiva discussione sulle cose fatte e non fatte, dette e non dette quaggiù sul pianeta Terra.
Dopo i primo convenevoli, mentre in Parlamento si discute dell’abuso d’ufficio (odiato da Silvio e molto caro a Giorgio) ecco che la discussione d’improvviso si infiamma:
SILVIO: Caro Giorgio ho letto a pag. 43 del libro di Alan Friedman “Ammazziamo il gattopardo” (ed. Rizzoli, gennaio 2014) che nell’agosto 2011 in piena crisi economica il tuo prediletto Mario Monti con signora si è incontrato con Carlo De Benedetti e la sua signora Silvia (prima a casa loro e poi in un ristorante tipico di St. Moritz dove sia Mario che Carlo hanno casa) e che i quattro sono stati raggiunti anche da Romano Prodi e signora: il tutto per concordare un “piano del presidente” per farmi brutalmente fuori e per sostituire me con Mario Monti alla presidenza del consiglio sotto l’incalzare dello spreed molto ben pilotato a livello internazionale contro l’Italia. Tu cosa ne sai di questo piano diabolico ?
GIORGIO: Caro Silvio ho letto anche io ma, come ti ho già detto altre volte, non sapevo assolutamente niente di quell’incontro.
SILVIO: Capisco la tua reticenza, il problema è davvero grosso anche perché a quella reunion c’era Carlo, il mio nemico giurato, e il mio avversario di sempre Romano che era in grado anche di influenzare la Commissione Europea, il portoghese Josè Barroso che da Romano aveva preso molti insegnamenti, per spingere su Jean Claude Trichet (presidente della BCE) a favorire la lievitazione dello spreed per arrivare nel novembre 2011 alla mia sostituzione e ed alla nomina di Mario Draghi sulla poltrona presidenziale della stessa BCE.
GIORGIO: Fermati Silvio, non tracimare dai fatti storici che sono altri, tu sei caduto perché vittima di una congiuntura economica senza precedenti; io non ho ordito nessun complotto per ammazzare il gattopardo. E soprattutto conosco molto poco questo scrittore Alan Friedman che probabilmente millanta anche cose inesistenti.
SILVIO: Io non voglio essere cattivo, soprattutto con te, ma nello stesso libro (pag. 42) c’è una dichiarazione di Carlo De Benedetti che afferma di essersi incontrato con Mario Monti nel suo studio della casa di St. Moritz prima di quella cena e lì Mario gli avrebbe confidato che tu tra giungo e luglio 2011 ti eri incontrato con lo stesso Mario per sondare la sua disponibilità a sostituirmi, scavalcando addirittura le canoniche procedure parlamentari
Giorgio è nervoso ma rimane composto, oltretutto la ritrovata amicizia con Silvio dovrà essere forzatamente duratura, non risponde e guarda fisso negli del suo interlocutore; arriva la olgettina in costume succinto e con tanto di vassoio con due ottimi aperitivi; a quel punto Giorgio si scioglie e dice: “Bene, per oggi fermiamoci qui, continueremo la discussione prossimamente”.