da Uff. Stampa
Il Rettore Lucio d’Alessandro ricorda il nipote di Benedetto Croce che ha guidato per oltre dieci anni l’Ente Morale custode del patrimonio storico e artistico dell’Istituto Suor Orsola Benincasa
“Il suo approfondito ed articolato lavoro di ricerca sulla storia repubblicana del nostro Paese, su alcune delle sue figure più importanti (da De Gasperi a Craxi, da Berlusconi a Prodi) e su alcuni dei momenti più decisivi (dal lavoro dell’Assemblea Costituente all’ingresso dell’Italia in Europa) rappresentano un’eredità culturale fondamentale per gli studi della Storia contemporanea”. Così Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, ricorda il ‘lascito’ culturale di Piero Craveri, professore emerito di Storia contemporanea al Suor Orsola, tra i massimi studiosi italiani del pensiero politico socialista e liberale, scomparso oggi a pochi giorni dal compimento dei suoi 86 anni.
“Piero Craveri è stato uno dei pilastri della crescita del nostro Ateneo – ricorda d’Alessandro – all’interno del quale negli ultimi 25 anni ha ricoperto con passione e rigore il suo magistero di Storia contemporanea ed ha diretto la Facoltà di Lettere, oggi Dipartimento di Scienze umanistiche, contribuendo alla sua affermazione a livello nazionale come uno dei Poli accademici più importanti nei settori dei beni culturali, dell’archeologia e della storia dell’arte”.
Craveri all’interno dell’antica Cittadella monastica di Suor Orsola era innanzitutto una ‘persona di famiglia’. Figlio di Elena Croce (figlia primogenita di Benedetto Croce) e di Raimondo Craveri, tra i più illustri rappresentanti del sistema economico italiano nel XX secolo, Piero Craveri nel 2011 era succeduto alla zia Silvia Croce alla presidenza dell’Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa e si era dedicato negli ultimi dodici anni alla ‘cura’ del suo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale (giardini, musei, chiese, pinacoteche e collezioni di grande pregio storico e artistico).
“Perdiamo innanzitutto un grande amico dall’animo gentile e poi una guida illuminata e preziosa – sottolinea d’Alessandro – e da subito ci metteremo al lavoro per costruire iniziative di ogni tipo che ne tengano vivo il ricordo e ne custodiscano il grande lavoro scientifico e culturale che ci ha lasciato”.