PORTA OVEST: i ritardi per colpa del Rafastia ?

 

La redazione

SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un lungo approfondimento dell’ammiraglio Gaetano Perillo sulla situazione della lentezza con cui proseguono i lavori di scavo delle due gallerie di Porta Ovest e non solo:

 

Gentile Redazione,

Desta veramente stupore e si rimane basiti nel leggere l’articolo apparso sul quotidiano La Città di Salerno: “Porta Ovest, spunta l’intoppo Rafastia”.

Potrebbe essere un ostacolo accettabile, ancorché imprevisto, se non andasse ad aggiungersi alle tante precedenti traversie vissute dalla galleria in costruzione, fin dall’apertura dei cantieri.
Anche se si spera che siano gli ultimi, l’auspicio è che l’insorgere degli intralci ora evidenziati non sia causa di pesanti ritardi, che andrebbero ad aggiungersi a quelli che stanno caratterizzando la realizzazione della bretella stradale di raccordo fra il porto commerciale e il retroterra.
Si apprende che vengono ora appaltati studi e progetti esecutivi per lavori che andranno ad interessare l’alveo del torrente Rafastia, prevista sede delle “parti portanti del nuovo viadotto” di collegamento con le autostrade.
Pur riconoscendo che opere complesse e importanti possano essere appaltate per lotti successivi, non é prassi corretta, salvo casi eccezionali, che le stesse siano oggetto di studi e progetti “in progress”, e non abbiano avuto, prima di avviare i lavori, una indispensabile progettazione complessiva, in particolare per la previsione di tutte le possibili criticità insorgenti in corso d’opera.

Ora, per una realistica valutazione della situazione in essere, ma soprattutto in divenire, non si può trascurare che esistano ancora problematiche non indifferenti di carattere tecnico, ambientalistico e di impatto sul territorio.

Passi per lo sfalcio della vegetazione infestante l’alveo del Rafastia, operazione peraltro indispensabile e necessaria anche per tutte le aste torrentizie della città, e in particolare per il Fusandola, onde evitare rischi di esondazioni.

Ma, se realmente nell’alveo del Rafastia dovranno essere posizionati i pilastri del nuovo viadotto, esiste già il sì dei tanti Enti preposti per le autorizzazioni, come fu richiesto a suo tempo per la deviazione della foce del Rio Fusandola?

Difficile infine immaginare l’aspetto che assumerà l’area del Vallone Cernicchiara, una volta realizzato un ardito viadotto indispensabile per raccordarsi con gli svincoli autostradali, soprelevati di parecchi metri rispetto al livello di uscita dal tunnel.

Si ha motivo di ritenere che sarà un’opera d’arte sicuramente apprezzabile dal punto di vista ingegneristico. È essenziale che abbia una reale efficacia per la viabilità e il transito veicolare e, non ultimo, risulti accettabilmente poco invasiva sulle aree limitrofe.

Credo che in ambito cittadino ci sia una rassegnazione a vedere il completamento della Porta Ovest come un miraggio evanescente, per un concatenarsi di eventi che accomuna tante realizzazioni “in pausa”, quali il parcheggio di piazza Cavour, il restyling/abbattimento dell’ex Ostello della Gioventù, le facciate del Palazzo Santoro, il restauro di chiese ed edifici del Centro Storico, l’agibilità della curva nord allo stadio Arechi, ecc.

Eppure la Porta Ovest, una volta completata e se risulterà operativamente valida, può rappresentare uno sbocco efficace per la viabilità su gomma a servizio del porto commerciale.

Non ne copre tuttavia le esigenze, dato che l’infrastruttura risulterà non allineata con gli standard dei sistemi di viabilità dei principali porti europei, piccoli e grandi, che prevedono trasporti su gomma e su ferro operanti fino in prossimità delle banchine.

Purtroppo in tempi andati si scartarono altre soluzioni meno ardite, non particolarmente onerose e tecnicamente realizzabili con soluzioni comprensive della doppia alternativa stradale e ferrata.
Temo che ora, a meno di decisioni coralmente prese ed accettate, risulterebbe estremamente difficile riprendere una idea progettuale di simile portata (doppio tunnel verso l’agro nocerino o in subordine in direzione nord) e si debba accettare una realtà portuale che, pur essendo ben strutturata e inserita in un importante network di traffici mondiali, rimane comunque esclusa da collegamenti diretti con la rete TEN-T, che copre le lunghe distanze fin nel cuore dell’Europa.

F.to: .Amm. Gaetano Perillo

 

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