PSI: reunion per il futuro o preistorico amarcord ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Sicuramente la pubblicazione di questo articolo darà fastidio a qualche vecchio finto socialista che dal partito ha soltanto ottenuto incarichi e prebende, che si è allontanato da esso nel momento più difficile e che ora, dopo aver letto, si turerà il naso nel migliore dei casi. Il resto lo lascio al vostro immaginario; potranno dirmi di tutto tranne che io non sia stato e non sia socialista, uno tra i tanti che si è inebriato con il profumo del garofano e non con le prebende e le mazzette che pure furono dissennatamente distribuite in un fiume di rivoli.

Ho letto della reunion napoletana nel mitico (si fa per dire !!) studio di Gianfranco De Rosa (storico esponente del garofano partenopeo) per, come dice la cronaca, “Ricomporre la diaspora socialista e presentarsi con una lista propria alle prossime Europee. Esattamente trent’anni dopo le vicissitudini del Psi craxiano per mano di Tangentopoli e scissioni varie che ne minarono le fondamenta” e fin qui niente di sorprendente, anzi. La mia meraviglia, però, è schizzata alle stelle quando ho letto i nomi che hanno partecipato all’incontro: “gli ex ministri Carmelo Conte e Claudio Signorile, gli ex parlamentari Felice Iossa e Alberto Tedesco e con loro l’attuale segretario nazionale dei socialisti Enzo Maraio”. Mancava soltanto l’ex parlamentare Umberto Del Basso De Caro che dal partito e dallo stesso Conte ha avuto più di tutti e che oggi, astutamente, sta dall’altra parte.

E mi sono subito chiesto: “Ma cosa ci faceva l’attuale segretario nazionale alla riunione con gli uomini che lo hanno beffeggiato da sempre, e che non hanno mai sostenuto la sua coraggiosa azione di ricostruzione del PSI partendo dai giovani con la speranza di vere le spalle coperte dall’esperienza e dal consenso dei cosiddetti vecchi socialisti ?”.

Delle due l’una; o siamo di fronte all’estremo, ma incauto, tentativo delle ombre del passato di ritornare in un partito che hanno comunque abbandonato tanti anni fa per rastrellare quel poco che ancora c’è, oppure è in atto l’estremo tentativo del cosiddetto PSI dei giovani di giocare l’ultima carta racimolando quel ridottissimo consenso di cui ancora godono le vecchie cariatidi.

Io che ero abituato a respirare il profumo dei garofani non sono d’accordo né con l’una e neppure con l’altra soluzione; mi appaiono entrambe raffazzonate e senza alcun futuro.

Un vero peccato; Enzo Maraio aveva ed ha ancora tutte le capacità per trascinare da solo, il PSI fuori dalle sabbie mobili in cui da decenni è precipitato soprattutto per colpa di quei “signori” seduti al tavolo di Gianfranco De Rosa.

Per questo non riesco, pur sforzandomi, a condividere la presenza di Enzo Maraio a quel tavolo di vecchi socialisti e attuali profughi da tanti altri partiti; non sto bestemmiando, almeno in questo Maraio è un puro in quanto è stato sempre socialista anche nei lunghi affiancamenti all’uomo solo al comando e senza partito; gli altri, chi più e chi meno, hanno cercato invece di vendere la loro migliore esperienza per la conquista di un “posto al sole”.

Non voglio e non posso credere che Maraio (come suppone Domenico Barbati su Il Mattino) possa cadere nelle spire avvolgenti dell’ex ministro Carmelo Conte (aspirante candidato per le europee ed ancora capace di irretire tutti !!) perché se così fosse sarebbe davvero la fine dei giovani socialisti; meglio morire di proprio che per malefico effetto altrui !!

So perfettamente che in politica tutto è possibile e tutto sembra corretto; io, che l’ho sempre commentata e mai fatta, sono fortunatamente fuori da quegli schemi beceri che hanno portato il partito dei giovani nell’antro dei vecchi marpioni del passato.

 

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