da Antonio Cortese (giornalista)
Leggere ancora di proclami e minacce di scioperi in Italia é buffo e anacronistico. Non che si voglia discuterne i diritti, ma nel 2023 i sindacati sono rimasti appesi a quella che oggi agli occhi di un algoritmo sembrerebbe una semplice moda o sfilata di gente in festa come altre. Si, perché fino al tardo novecento era comprensibile che una determinata classe operaia si muovesse in massa fisicamente per manifestare le proprie condizioni; ma l’alfabetizzazione avrà fatto i suoi buoni balzi in avanti e progressi: la maggior parte degli scioperanti oggi infatti, sono al sessanta per cento laureati e per di più dotati tutti di telefonini e computer da almeno quindici anni. Pertanto, pur con alti gradi di cultura pro capite, non si capisce come mai queste associazioni sindacali il più delle volte si auto-resettano ragione e dignità per tornare al romanticismo sessantottino, tra gli incanti classici di Chopin che suona le frustrazioni del pensiero di Schopenhauer e uno sbandieramento coriandoli stico finto-americano.
Queste parate almeno negli Stati Uniti, dove le strade hanno almeno tre corsie in più rispetto ai vicoli di piazza italiani, appartengono ad uno spettacolo esauritosi con l’avvento dei nuovi media e di maggiori saperi. Inoltre bisognerebbe chiedersi, se tra migliaia di scioperi, oltre alle vittorie delle suffraggette e dei Solidarnosc polacchi e rivoluzioni di velluto, quali migliorie hanno mai apportato in Italia i cortei paralizzanti interi centri urbani, specie per le condizioni di lavoro.
Paradossalmente in Italia infatti i cortei sindacali ottengono sovente risultati contrari, come a manifestare cessazioni di fabbriche e centri produttivi per quanto riguarda il settore privato; per quello pubblico invece semplici e ridicolissime sagre metropolitane; anche perché si consideri che tutte le persone che vi partecipano sono cittadini che hanno già assicurati: pensione, straordinari, Inail, Inps, ferie contribuite, assicurazioni pagate, agevolazioni sanitarie e la lista é copiosa, se si annette che ospedali e assistenze mediche rispetto anche ai paesi più evoluti sono praticamente “quasi-gratis” per tutti. Senza dimenticare la miriade di servizi al cittadino, dalle autostrade e alla illuminazione serale, dalla raccolta dei rifiuti alla pulizia e tutto un corollario di benefit e agevolazioni che fino a vent’anni fa appena si intravedevano. “E vi lamentate ancora?”- esclamerebbe un reduce di guerra o un veterano …”… ma nun ve mettite scuorno?”!
Lo sciopero nel terzo millennio non ha più ragione d’essere: si chiede una pausa, ci si riunisce nelle sedi adatte e si praticano le istanze a seconda dei casi; i mezzi civili e tecnologici sono alla portata di tutti. Inutile ribadire l’intasamento anche per poche ore a distrazione di corpi di sicurezza, igiene stradale e fastidio alle altre persone a deriva di queste mobilitazioni. La mia non é una carezza ideologica ai tradizionali divieti in merito di destra, ma una normale segnalazione e constatazione.