Aldo Bianchini
SALERNO – Ho direttamente conosciuto, negli anni ’90, l’allora ottimo pubblico ministero Filippo Spiezia; e la notizia del suo rientro in Italia per approdare al comando della Procura della Repubblica di Firenze mi ha fatto molto piacere.
A Salerno, il dr. Spiezia, ha lavorato per diversi anni come sostituto della Pretura Circondariale, poi come PM in Procura ed infine come PM Antimafia nella DDA locale; un lungo, coraggioso e trasparente percorso che lo portò sulle confortevoli spiagge di EUROJUST come vice presidente dell’agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, sull’onda di alcuni ostentati, ma non veritieri, successi investigativi che partiti dall’UNISA (con l’incriminazione e l’arresto del magnifico rettore rosso Roberto Racinaro) lo stavano proiettando direttamente nel Palazzo di Città con le inchieste Salerno Sistemi – MCM e SEA PARK a carico di Vincenzo De Luca.
Putroppo inciampò sia sull’ Unisa che sulle altre tre inchieste; anzi per queste ultime andò ancora peggio in quanto le lasciò in eredità alla brava e inconsapevole Gabriella Nuzzi che spinta anche dall’azione nefasta dell’ex magistrato ed ex sindaco di Napoli “Luigi De Magistris” (che aveva reso nelle sue mani una settantina di dichiarazioni spontanee contro i giudici di Potenza e di Catanzaro) si impennò a tal punto da chiedere per ben tre volte l’arresto dell’ex sindaco Vincenzo De Luca … inutilmente.
Per la Nuzzi la storia ci dirà dell’enorme disastro giudiziario con la cacciata dalla magistratura del procuratore capo Luigi Apicella e di altri pm; ma questa è un’altra storia.
Ritornando a Filippo Spiezia va ricordato che negli ambienti giudiziari veniva indicato come “Filippo il macedone” per la sua durezza caratteriale ed anche per la sua enorme capacità professionale nell’organizzazione di golpe giudiziari capaci di demolire anche un bisonte.
Difatti, proprio come Filippo il grande, appena salito al potere avviò una profonda riorganizzazione dell’ufficio e dello staff che lo circondava; e come una falange macedone contribuì al successo della travolgente inchiesta che gettò nel fango Antonio Feleppa (allora capo della Procura della Pretura circondariale di Salerno e suo diretto maestro, oggi ottimo avvocato penalista) ed al suo successivo allontanamento; per scoprire, anni dopo, che non aveva mai commesso i fatti a lui addebitati.
L’apice della sua notorietà giudiziaria rimane fissata alla data del 10 dicembre 2001, giorno in cui doveva mettere a confronto (all’americana !!) Vincenzo De Luca e il suo accusatore ing. Franco Amatucci per la vicenda complessa (e mai chiarita) di “Salerno Sistemi”; purtroppo il Padreterno decise diversamente: Amatucci morì d’infarto la sera di domenica 9 dicembre 2001 e l’inchiesta finì nel dimenticatoio dei capienti cassetti della Procura.
Oggi, dopo un lungo periodo di lavoro in Belgio nell’ EUROJUST dove si è distinto anche e non solo per la vicenda dell’estradizione dall’Inghilterra di Danilo Restivo (assassino di Elisa Claps) facilitando fattivamente il lavoro dei due pm salernitani Luigi D’Alessio e Rosa Volpe, è ritornato nel nostro Paese e si è seduto sulla poltrona di capo di una delle più importanti Procure italiane.
Ha ancora sessant’anni ed una lunga vita giudiziaria davanti a se; sicuramente la giustizia non potrà non guadagnarne dalla sua presenza.