da Pietro Cusati (giurista – giornalista)
Dall’analisi delle risposte fornite dai Comuni di Roma,Milano e Napoli alle richieste di informazioni inviate dall’Antitrust ad agosto 2023 ,è emersa una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio taxi. Questa situazione ha generato un numero molto elevato di richieste inevase e di tempi eccessivamente lunghi di attesa per l’erogazione del servizio. L’indagine svolta dall’Antitrust fotografa un contesto in cui a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, cui corrispondono 2,8 licenze ogni 1.000 residenti; a Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni 1.000 residenti; a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni 1.000 abitanti. Per superare questa grave situazione e aprire il mercato alla concorrenza, l’Antitrust ha sollecitato i Comuni di Roma, Milano e Napoli ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda di tali servizi, di cui una significativa parte rimane, costantemente insoddisfatta, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset ,n. 104/2023, convertito nella legge 9 ottobre 2023, n. 136 e adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l’assegnazione delle nuove licenze .L’Antitrust nell’ottica di aumentare la qualità del servizio, si auspica anche l’adozione di misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide,attualmente presente a Roma e a Milano ma non a Napoli, l’implementazione del taxi sharing; l’efficientamento dei turni, per renderli più flessibili. L’Antitrust raccomanda l’esercizio di un monitoraggio, attivo ed efficace, sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sull’effettiva prestazione del servizio stesso, adottando adeguati meccanismi di controllo, i cui esiti dovranno essere adeguatamente pubblicizzati.