Il complotto dei complottisti

 

scritto dal prof.  Luigi Gravagnuolo il 2 Novembre 2023

per “Gente e territorio”, “ilquotidianodisalerno” e “leCronache”

C’è gente che, se va a sbattere con l’auto contro un palo della luce, dà la colpa al palo che non si è tolto di mezzo. In versione più sobria se la prende con chi ha messo quel palo proprio lì. Mio nonno, che era ingegnere ed uomo concreto, da vecchio, quando non gli era più facile piegarsi fino a terra, se gli cadeva qualcosa da mano, smadonnava contro la sua nemica giurata, la legge di gravità! Cercare colpe e colpevoli è una debolezza dell’animo umano, specie quando non rinvigorito dalla ragione e tonificato dalla cultura.

All’Abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni è custodito il cranio di Santa Felicita. Chi fu costei? Siamo in Nord Africa, Mauretana, attuale Algeria, 162 d.C., imperatore regnante Marco Aurelio. Di nobile famiglia patrizia, figlia e moglie di alti funzionari imperiali, la giovane donna si era convertita al cristianesimo. La legge imperiale esigeva che tutti i sudditi riconoscessero la divinità dell’imperatore pena la morte, ma Felicita, cristiana, non poteva né volle rinnegare la sua fede. Aveva sette figli.

Proprio per la sua alta collocazione sociale e per il rispetto e la stima di cui godevano il padre e il consorte, il governatore della città fece di tutto per salvarla dal martirio. Si recò presso di lei nel tentativo di persuaderla a fare quel semplice gesto, genuflettersi davanti alla statua di Marco Aurelio. Niente da fare. La fece imprigionare, ma consentì a suo padre e suo marito di farle visita. Fecero di tutto per dissuaderla da quell’ostinazione. Non cedette. Infine e in breve: trucidarono davanti ai suoi occhi uno ad uno i suoi sette figli; lei assistette al loro martirio senza battere ciglio; per ultima fu decapitata.

Quale minaccia poteva rappresentare per Roma quella nobile signora, appartenente a una famiglia di sicura fedeltà politica all’imperatore e residente in una lontana provincia? Perché tanto accanimento? Lo volle il ‘popolo’.

Da Roma, per arginare la diffusione del cristianesimo, avevano messo in giro la voce che i cataclismi naturali, le carestie, le malattie contagiose che periodicamente colpivano questa o quella città, questa o quella provincia, erano causate dagli dèi, indignati per la presenza in quel luogo di qualcuno che non venerava l’imperatore.

La gente del tempo non sapeva e non capiva perché si verificassero i terremoti, o le alluvioni, o le epidemie, ma aveva bisogno del colpevole e lo trovò nei cristiani che rifiutavano di inginocchiarsi davanti alla statua dell’imperatore. Fu il popolo, temendo che sarebbero arrivate disgrazie a causa della presenza in loco di una che non venerava Marco Aurelio, a pretendere e a imporre al governatore l’esecuzione della sventurata e dei suoi figli.

Fu così anche al tempo della caccia alle streghe. Una grandinata estiva che distruggeva un raccolto induceva immediatamente il contadino disperato a denunciare la strega di turno, che lo aveva affatturato. Non era difficile al contadino, convinto della colpa della strega, portare per prove le sue immaginarie paranoie e propinarle per incontrovertibili certezze: lui aveva visto con i suoi occhi la strega mescolare intrugli, invocare satana e ne aveva anche i testimoni. Quindi sbrigativo processo e rogo per la malefica strega.

Quando gli uomini si sentono impotenti di fronte agli accadimenti, quando non ne capiscono le cause naturali o storiche, diventano facile preda degli imbonitori di turno, i quali svelano l’arcano indicando loro il colpevole. Se tale disvelamento dovesse poi apparire inverosimile anche agli animi più creduloni, ecco il corollario: non ci arrivi perché i poteri occulti, che controllano i canali della comunicazione, ti hanno manipolato, non ti hanno detto le cose come stanno, ti hanno nascosto la verità. I poteri occulti controllano l’informazione e il sapere ufficiale, ti tengono all’oscuro delle loro trame e fanno affari sulla tua pelle.

Il minimo comun denominatore di tutte le teorie cospirazioniste di oggi e di tutti i tempi è sempre questo: l’informazione ‘ufficiale’ è inganno; la verità sta altrove; i complottisti la sanno e la disvelano.

A Bucha, ad esempio, le truppe di Putin non hanno consumato alcuna strage, le tivvù del grande fratello ci hanno fatto vedere attori truccati riversi sul terreno e ci hanno fatto credere che fossero stati uccisi dai Russi. Hamas non ha ucciso nessuno il sette ottobre, è stata tutta un’invenzione degli Ebrei per giustificare il genocidio dei Palestinesi di Gaza. E così narrando. Attraverso i loro canali i complottisti ‘smascherano’ implacabilmente ogni narrazione della realtà basata sui fatti reali.

Non è in gioco qui una questione epistemologica. Oggi, nell’era dei social e della AI, più che mai la guerra è ibrida, non si combatte solo con le pallottole e le bombe, bensì anche, e molto, attraverso la comunicazione.

Dalla indecorosa fuga da Kabul ad oggi l’Occidente è sulla difensiva. Non che sia esente da responsabilità storiche e che sia innocente per quanto sta accadendo. Errori gravi l’Occidente ne ha compiuti, eccome. Ma una cosa è certa, da Kabul in poi l’Occidente non ha avuto e non ha alcun interesse ad aprire fronti guerra. L’impressione è piuttosto che sia l’Oriente, nelle sue varie sfaccettature, ad essersi persuaso che sia venuto il momento di dare un colpo mortale agli USA e all’Europa e di subentrare ad essi nel ruolo egemonico nel mondo.

Magari Cina, Russia, Iran, Turchia, altre potenze regionali non hanno gli stessi obiettivi finali, ma al momento condividono la valutazione sulla debolezza dell’Occidente. Aprono quindi a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro sempre nuovi fronti, l’Ucraina, il Sahel, il Niger, la Palestina, dietro l’angolo il Kossovo e l’Armenia, alla fine sarà il turno di Taiwan. Attaccano l’Occidente e lo costringono a dislocare le proprie forze su più scenari, lo logorano e ne testano la potenza. Le guerre in corso oggi, e la guerra mondiale domani, non sono una scelta dell’Occidente, al contrario.

A corroborare la convinzione della debolezza dell’Occidente è la considerazione della sua crisi morale interna. Noi occidentali, a loro avviso, siamo debosciati, pervertiti, senza coesione morale, senza fede e senza certezze. Diffidiamo delle verità ‘ufficiali’ e siamo disposti a berci ogni fandonia. Il nostro ‘fronte interno’ è perciò fragile, bisogna profittarne.

La prova generale è stata fatta con la pandemia. Si sarebbero bevuti gli Occidentali la storiella dei vaccini strumento della dittatura sanitaria e veicoli di microchip sottopelle per controllarne le menti? Che vaccinandosi sarebbero sicuramente morti per ictus e infarti, mentre senza vaccino sarebbero vissuti a lungo in salute e libertà? Orbene, una parte non effimera del popolo dell’Occidente ci ha creduto.

Ed allora, invadiamo l’Ucraina e diciamo che sono stati gli USA e i nazisti di Kiev a obbligare il pacifico Putin a ordinare l’operazione militare speciale. E in molti tra noi ci sono caduti. Ora ci provano con la storia che Israele si è autoattaccata e ha massacrato i suoi lo scorso sette ottobre per poter impunemente invadere Gaza. Dissero così anche dell’11 settembre, gli USA avevano orchestrato da se stessi l’attacco alle due torri per poter poi invadere l’Iraq e l’Afghanistan.

La cosa per nulla singolare è che le centrali di propagazione di queste panzane, dai vaccini assassini ad Israele autolesionista, sono le stesse (segnalo al riguardo l’eccellente inchiesta di Stefano Cappellini in corso di pubblicazione a puntate su Repubblica). Come se ci fosse un’unica regia, o un centro di comando se non unico quanto meno condiviso per condurre la guerra ibrida contro l’Occidente. Vuoi vedere che l’unico, vero complotto in atto sia quello dei complottisti?

 

 

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