Negli ultimi anni, complice la crisi economica che ha colpito pesantemente i mercati finanziari e le economie del vecchio continente, il popolo degli investitori si è progressivamente allontanato dagli investimenti in fondi comuni di investimento ed in sicav, che appartengono alla categoria del risparmio gestito, alla ricerca di titoli obbligazionari, in particolare titoli di stato, che potessero presentare una certezza di rendimento e che erogassero delle cedole, a tasso fisso o variabile, in modo da garantirsi una remunerazione certa a scadenza.
Il punto di debolezza principale, secondo la maggior parte dei risparmiatori, dei fondi gestiti è quello di non riuscire a garantire un rendimento verificabile e che si possono adattare poco alle esigenze temporali del cliente. In considerazione di questa problematica, molto sentita negli ultimi anni, sono stati sviluppati ed implementati una tipologia di fondi di investimenti chiamati Fondi Target Date, dei fondi che hanno una durata prefissata; entro tale data l’Srg (la società di gestione di risparmio che cura il fondo) si pone l’obiettivo di garantire un determinato rendimento fissato a priori per gli investitori. Ovviamente si parla di obiettivo di rendimento attorno ad un potenziale range (ad esempio tra 2% e 3% o tra 3,5% e 4%), non di rendimento certo a scadenza, in quanto all’interno del prodotto finanziario ci sono svariati titoli e la gestione è di tipo attivo, ovvero modifica nel corso del tempo la composizione del fondo.
Il concetto d’investimento è piuttosto innovativo in quanto mira ad ottenere il miglior rendimento possibile entro la data prestabilita; all’interno del fondo ci sono delle obbligazioni con scadenze variabili e, man mano che ci si avvicina alla data-target prefissata, la vita residua dei bond all’interno del fondo si ridurrà fino a diventare totalmente liquido, in modo da riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati. Facciamo un esempio: qualora si decidesse di investire in un fondo Target Date scadenza 2015, avrò mediamente dei titoli obbligazionari che avranno una scadenza media di tre anni (dal 2012 al 2015), e, avvicinandosi al 2015, la vita media dei titoli, chiamata duration in gergo finanziario, diminuirà in modo da coincidere all’incirca con la scadenza del fondo.
Questa tipologia di fondi è di tipo esclusivamente obbligazionario; a seconda del rendimento prefissato ex ante avremo all’interno del fondo o della sicav delle obbligazioni più o meno rischiose. Solitamente le categorie di titoli presenti sono:
– Obbligazioni high yeld, ad alto potenziale di rendimento
– Obbligazioni Corporate, emesse da aziende
– Obbligazioni Paesi Emergenti, spesso paesi dell’area asiatica, latinoamericana o dell’Est Europa
– Obbligazioni senior, una tipologia di obbligazioni che in caso di insolvenza dell’emittente sono le prime, in ordine temporale, ad essere rimborsate
– Obbligazioni investment grade o speculative grade a seconda del rating assegnato loro dalle tre società specializzate, S&P, Moody’s e Fitch
– Obbligazioni subordinate, il cui rimborso in caso di fallimento dell’emittente avverrà solo dopo aver soddisfatto tutti i creditori privilegiati
– Obbligazioni sovragovernative, chiamate anche agencies, emesse dagli organismi sovranazionali quali Bers o Bei, ad esempio
Spesso, per garantire il rendimento atteso a scadenza, questi fondi hanno un periodo di adesione, successivamente al quale non è più possibile sottoscrivere altre quote; si potranno invece vendere le quote e monetizzare l’investimento in qualsiasi momento, anche prima della naturale scadenza del target date.