NITTI: un grande politico lucano

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Sono rimasto colpito dall’attenta storia scritta da Leonardo Guzzo, su Il Mattino di Napoli del 5 ottobre 2023, sulla figura umana e politica del grande Francesco Saverio Nitti, un lucano doc nato in quel di Melfi nel 1868.

Non essendo uno studioso devo ammettere, in tutta sincerità che non so se Nitti nel corso della sua attività politica seppe impartire una grane lezione di democrazia nel nome della libertà, come scrive l’attento Guzzo.

Sulla base della mia esperienza di vita mi viene soltanto da dire che non basta essere stati sicuri antifascisti per essere considerati “liberi e democratici”, perché anche lo stesso Nitti nel corso della sua lunga attività politica (costellata da inimmaginabili successi e da cadute soft) fu costretto ad accettare numerosi compromessi pur di rimanere al potere e governare; un po’ come è accaduto a tutti i politici vissuti prima e dopo Mussolini. Del resto lo stesso “trattato di Saint Germain” (opportunamente citato dal Guzzo) rimandò alla storia una serie infinita di compromessi d non confondere con “libertà e lezione di democrazia”.

Francesco Saverio Nitti come politico ebbe, quindi, bisogno di corpose campagne elettorali per farsi eleggere in seno l Parlamento nazionale; e pur vivendo tra Napoli e Roma si candidò sempre nel collegio della sua terra di origine che era Melfi (PZ) riservando uno spiccato pensiero alla cittadina di Muro Lucano (PZ) che all’epoca si avviava ad essere uno dei centri urbani più importanti di quell’area interna della Basilicata.

Ma allora la popolazione lucana, come quella nazionale, era ad alta densità di analfabetismo e diventava sempre difficile spiegare alle masse contadine maschili come scrivere il nome di “NITTI” sulla scheda elettorale.

Il tubo plezometrico di Muro Lucano

Ecco allora la grande sorpresa mediatica che all’epoca era addirittura rivoluzionaria; il candidato Nitti ed i suoi collaboratori facevano il famoso “porta a porta” in tutti i casolari di campagna e nei paesi del collegio per lanciare l’idea rivoluzionaria che avrebbe superato le difficoltà dell’analfabetismo.

Il colloquio avveniva pressappoco così: “Sulla scheda devi mettere sei paletti, come quelli che usi nelle vigne; per sicurezza lega la testa del primo paletto alla base del secondo per bloccare il filare. Il terzo paletto lo devi lasciare libero così com’è. Il quarto e il quinto paletto li unisci con un paletto trasversale sulla cima. Il sesto ed ultimo lo lasci libero”.

In maniera miracolosa anche il contadino più analfabeta degli analfabeti riusciva a scrivere sulla scheda elettorale il nome di NITTI; e la valanga di voti pro Francesco Saverio Nitti era assicurata.

Ma prima dicevo della passione di Nitti per Muro Lucano; la storia ci dice che grazie a lui Muro ebbe uno tra i primi laghi artificiali d’Italia che alimentava una centrale idroelettrica che all’epoca erano due enormi e grandi novità tecnologiche, anche perché lungo il tragitto dell’acqua intubata si elevava il famoso “tubo plezometrico” (alto 54 metri, spezzato dal terremoto dell’80) che era il serbatoio-riserva dell’acqua. E soprattutto Nitti è ricordato a Muro Lucano per la grande opera della costruzione del “ponte del Pianello” (alto 105 metri) che resiste alle insidie del tempo d oltre cento anni.

E per un politico di quel tempo sicuramente non è poco.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *