Aldo Bianchini
SALERNO – In line di massima un giornalista non dovrebbe partecipare quotidianamente ai dibattiti che si snodano sui social perché rischia di intrupparsi in discussioni che a lui spetta riportare e, semmai, commentare per dare un contributo al dibattito. Insomma la partecipazione per un giornalista non dovrebbe mai essere scambiata per un libero esercizio pubblicitario della propria attività giornalistica. Soprattutto quando ci si trova di fronte a social distinti in veri e propri gruppi con una specifica connotazione politica come, solo per fare un esempio, può essere considerato per sua stessa denominazione il gruppo “Lab politico” creato dall’ottima Elisabetta Barone (dirigente scolastica molto stimata e reale una oppositrice del governo della città pur essendo essa stessa di sinistra).
Seguo con molta attenzione il predetto gruppo così come seguo “Cittadino Sudd” dell’on. Federico Conte; seguo, leggo, ed elaboro tutto quello che viene scritto sempre con passione anche se qualche volta con partito preso ed a senso unico; si impara comunque.
E proprio ieri ho letto su “Lab politico” un post, che almeno per me è molto importante, scritto da tale Anna alle ore 8.59 del 30 settembre 2023:
- Buongiorno a Tutti. Elisabetta i Vigili ieri sono passati a Villa Carrara, hanno preso atto dello stato della panchina e sono andati via. Aspettiamo cosa succede oggi ma credo che bisogna innanzitutto bonificare letterlmente questo luogo, visto che all’interno viene fatto di tutto, presidiarlo e restituirlo innanzitutto i bambini e agli anziani a cui nei fatti è ormai vietato l’ingresso. Grazie
Ognuno può pensarla come vuole ma l’argomento rispolverato da Anna non solo mette in risalto un singolo disagio ma fotografa esttamente la realtà di assoluto degrado in cui versa l’intera città.
Faccio soltanto l’esempio del verde cittadino; qualcuno, a cominciare dall’assessore Alessandro Ferrara (che qualche giorno fa ha, giustamente, dichiarato a Il Mattino: “Dialogo e non guerra. C’è tanto da fare e in questa ottica comprendo anche chi evidenzia delle criticità che evidentemente ha avuto modo di riscontrare sul campo. Però occorre misura ed equilibrio. Altrimenti i problemi non si risolvono e finiamo con il dare un’immagine falsata della nostra città e anche del lavoro che oggettivamente è stato fatto e si sta facendo”) dovrebbe spiegare ai tecnici del ramo che non bisogna mai confondere il colore verde delle erbacce con l’erba originale che a Salerno sembra quasi scomparsa.
Ma ritorno subito a Villa Carrara che Anna ha riportato al centro del dibattito cittadino e non solo dello specifico gruppo; e da giornalista che non ma la cronaca nuda e cruda passo a svelare un fatto che quasi nessuno conosce, un fatto che riguarda specificamente Villa Carrara.
Mel periodo compreso tra il 21 ottobre 1998 e il 26 aprile 2000 il noto avv. Leonardo Calabrese (il compianto patron del Cedisa e della Quiete), per una circostanza che mi riservo di raccontare in seguito, entrò prepotentemente nelle grazie dell’on. Massimo D’Alema che in quel periodo era presidente del Consiglio dei Ministri.
Per ragioni, forse anche legate a motivi di opportunità familiari e non soltanto di relazioni politiche, Calabrese si dichiarò disponibile a concorrere, nella qualità di privato, alla definitiva riqualificazione di Villa Carrara decidendo di investire a fondo perduto la modica cifra di 1miliardo di vecchie lire; ed in tal senso raggiunse un accordo formale romano a tre, con la regia locale dell’allora sindaco Vincenzo De Luca.
L’acume imprenditoriale e l’aspirazione politica di Leonardo Calabrese erano notissimi a tutti, così come era nota anche la sua spregiudicatezza negli affari inerenti la sanità privata salernitana e campana fin di tempi del presidente Gaspare Russo.
Non ho mai sputo se l’accordo, poi, passò dalla fase formale a quella sostanziale; sembrerebbe di no perché il degrado della Villa è stato continuo ed inarrestabile; è giusto, però far sapere a tutti che tanti anni fa c’era un cittadino salernitano che voleva partecipare al risanamento di parte della città e che circostanze avverse glielo impedirono, forse.