MORTI SUL LAVORO, PATRONATO ACLI: usiamo il tesoretto Inail per un grande piano di formazione nazionale e per incentivare le imprese virtuose

 

 

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“La straordinaria e impietosa frequenza delle morti sul lavoro, l’ultima qualche giorno fa a Nocera Inferiore – purtroppo confermano che si tratta di una vera e propria piaga che il Governo deve affrontare. I dati dei primi 7 mesi del 2023 registrano 559 vittime di cui 129 in itinere ma fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche, molte di queste già consolidate, descrivono un panorama a dir poco sconfortante. La Campania è in zona arancione con una incidenza media nazionale tra 1 e 1.25 e Salerno rischia a fine anno di posizionarsi sull’infelice podio per decessi sul lavoro in rapporto alla forza lavoro impiegata.

Dobbiamo partire dalle scuole, dai giovani che hanno iniziato da poco l’anno scolastico; è da lì che si formano i futuri cittadini e lavoratori di questo paese ed è necessario un grande piano di formazione per la diffusione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – ha dichiarato Gianluca MastrovitoPresidente provinciale del Patronato Acli Salerno.

 

“Ad una azione educativa importante deve unirsi l’impegno fondamentale per creare una nuova cultura della prevenzione, accompagnando le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici, rivolti in particolare a chi investe in sicurezza.”

I fondi ci sono: l’Inail ha dichiarato un avanzo di gestione di oltre 2,5 miliardi di euro che porta il tesoretto dichiarato il 31 dicembre dello scorso anno, a quasi 40 miliardi giacenti in Tesoreria dello Stato. Noi chiediamo, invece, di metterla a beneficio immediato del sistema di prevenzione del tessuto produttivo nazionale con un intervento legislativo, promosso dal Governo, che ne destini almeno la metà per sostenere l’adozione di processi organizzativi di prevenzione e sicurezza.

“L’assicurazione sociale nasce proprio per contrastare infortuni e malattie professionali, – continua Mastrovito – per questo non è possibile che ci siano delle risorse inutilizzate, che per di più crescono di anno in anno e che potrebbero essere usate, oltre che nella gestione ordinaria anche per l’assunzione di personale medico e amministrativo di cui l’istituto ha lamentato più volte la mancanza.

 

Analizzando le questioni appare scontato che per ridurre il grande sbilanciamento tra entrate ed uscite si possa intervenire su tre grandi leve:

– Aumentare le prestazioni verso i lavoratori a partire dall’eliminazione della franchigia che oggi interessa tutti i danni fino al 5%;

– Aumentare la capacità di spesa dell’Istituto – dobbiamo ricordare che gli importi di spesa relativi al bilancio sono regolamentati dalle norme – magari a partire dalle azioni prevenzionali previste per le aziende, rispetto a quelle attuali.

– Diminuire i premi assicurativi richiesti alle aziende, che possono apparire come un contributo forzoso, una forma di tassazione nascosta.

A dire il vero, Il Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inail, nel documento di analisi del proprio bilancio, già da anni segnala diverse criticità, fornendo indicazioni sulle possibilità di intervento.

Ad oggi, però, tutto sembrerebbe rimasto inascoltato e quindi Inail non può far altro che incamerare risorse. “In una situazione come quella odierna, conclude Mastrovito, mi piace ricordare le parole accorate di Papa Francesco: non ci si può rassegnare alle morti e agli infortuni sul lavoro. Quando vedremo un cambio di tendenza? Sollecitiamo la politica auspicando che intervenga in questa direzione e in maniera efficace”.

 

 

 

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