Maria Chiara Rizzo
Gli uomini dell’ex regime di Mubarak
non potranno candidarsi alle presidenziali del maggio prossimo in Egitto. Lo
prevede una legge approvata dal Parlamento egiziano che priva tutti i
funzionari del governo dell’ex presidente Hosni Mubarak dei diritti politici. Tale
provvedimento, approvato giovedì scorso durante la seduta parlamentare, dovrà
essere approvato dal Consiglio Supremo delle Forze Armate (CSFA), il consiglio
militare che detiene il potere dalla cacciata dell’ex presidente egiziano. La
disposizione rende impossibile la candidatura di tutti coloro che hanno
esercitato la carica di primo ministro nell’ultimo decennio dei trent’anni di governo Mubarak. Inoltre- “la legge impedirà a ogni presidente, vicepresidente, primo ministro, leader o componente storico della formazione politica attualmente sciolta, il “National Democratic Party”, di esercitare diritti politici per 10 anni”- hanno riportato gli organi di stampa egiziana e straniera. La legge estromette due personaggi ormai noti della scena politica egiziana: Ahmed Shafiq, nominato capo del governo dal
deposto Rais a fine gennaio 2011, il quale avrebbe voluto correre per la presidenza, e Omar Suleiman, ex-Capo dell’Intelligence ed ex-vice Presidente della Repubblica, nominato da Mubarak il 29 gennaio 2011, in pieno svolgimento delle rivolte della “primavera egiziana”, -lo stesso che annunciò le dimissioni del Rais con il video-messaggio-, che, anche lui, avrebbe manifestato l’interesse a presentare la sua candidatura per la carica di capo di stato.L’ apertura delle urne per le elezioni presidenziali è attesa per il 23 maggio prossimo, per una durata di due giorni, seguita dal ballottaggio, previsto a giugno, tra i due candidati che avranno ottenuto il numero maggiore di voti.