Da metà Luglio di quest’anno entrerà in vigore una nuova versione del Fondo Salvastati che sostituirà in maniera definitiva l’Efsf (European Financial Stability Facility – Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria) e l’Efsm (European Financial Stability Mechanism – Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria): si tratta del nuovo fondo Esm, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, dall’inglese European Stability Mechanism.
In particolare l’Esm è il nuovo fondo di salvataggio europeo che ammonta a circa 500 miliardi di Euro e avrà lo scopo di venire in soccorso dei paesi in difficoltà dell’Eurozona e che avranno delle tensioni dal punto di vista finanziario, onde scongiurare un loro rischio default; una parte verrà versata dai singoli stati membri di Eurolandia e un’altra parte confluirà dai precedenti fondi Efsf e Efsm.
Contribuenti del fondo saranno i diciassette paesi dell’Eurozona (Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Grecia, Portogallo, Finlandia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Cipro, Estonia e Malta) in proporzione al loro Prodotto interno lordo; l’Italia, in particolare, contribuirà nel 2012 con un capitale pari a 5,7 Miliardi di Euro.
La sede istituzionale del fondo sarà a Lussemburgo e verrà assoggettata alle leggi del diritto internazionale; sarà composta dai ministri delle finanze dei 17 paesi membri, che prenderanno parte alle decisioni di eventuali allargamenti e sulla concessione di prestiti ai paesi in difficoltà che ne faranno richiesta, e dal commissario dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e dal presidente della Bce, come membri osservatori, senza diritto di voto. Le decisioni verranno prese a maggioranza qualificata, ossia un tipo di maggioranza in cui i voti dei singoli stati saranno ponderati a seconda del numero di abitanti di ogni nazione, con degli aggiustamenti per i paesi di dimensioni ridotte.
Verranno erogati, quindi, dei finanziamenti a tasso fisso o variabile ai paesi dell’Eurozona in forti difficoltà dal punto di vista finanziario che necessitano di liquidità per evitare un possibile default e la destabilizzazione dell’intera Eurozona; in cambio gli stati che hanno usufruito dei finanziamenti dell’Esm dovranno rispettare, nel corso del tempo, una serie di regole per il risanamento del deficit e del loro bilancio pubblico, onde evitare dei processi sanzionatori. In caso, comunque, di un ipotetico stato di insolvenza, il debito verso il fondo Esm sarà il primo ad essere rimborsato.
Se da una parte questo strumento, opportunamente utilizzato, potrà rappresentare un valido sostegno alle economie degli stati membri in difficoltà e una misura di condivisione e di mutuo soccorso tra paesi in difficoltà, sono state mosse delle critiche nei suoi confronti in merito:
– alle sue dimensioni, considerate ancora troppo ridotte rispetto ad un eventuale tensione finanziaria dei paesi più grandi, quali Spagna o Italia ad esempio
– all’eccessiva autonomia che gode questo fondo rispetto ai Governi dei singoli paesi membri; ogni nazione si troverà ad essere un contribuente netto senza poter prendere decisioni in merito alle politiche di concessione del credito ai paesi in difficoltà. L’Esm gode, infatti, di ampia autonomia decisionale ed è soggetto esclusivamente al diritto internazionale in quanto considerato organismo sovranazionale.
A parte ogni osservazione, giusta o sbagliata che sia, come ogni strumento in fase embrionale dovrà seguire una fase di rodaggio per verificare sul campo la sua efficacia.