da Nicola Femminella
(docente – storico – scrittore)
Negli ultimi tempi ho fatto ricorso più volte al Servizio Sanitario Nazionale nell’Ospedale di Polla, per ricevere le previste cure per una fastidiosa maculopatia che assilla il mio occhio. Ho avuto, quindi, modo di osservare le pratiche in uso nel reparto di oculistica, l’organizzazione predisposta dal primario e dai suoi stretti collaboratori, nonché la qualità professionale e i livelli essenziali di assistenza (LEA). Il responsabile del reparto è il dott. Alfonso Pellegrino che si avvale di una equipe formata dai medici V. Gagliardi, G.Abbinante, A. Coppola, G. Salerno, L. Vitiello, dalla caposala A. De Mare e dall’ortottista R. Di Domenico, con un novero di infermieri e altri addetti che uniscono sempre la gentilezza dei modi alla buona pred isposizione per lo svolgimento del proprio ruolo.
Già il primo giorno ho avuto modo di apprezzare il grado di accoglienza che si respira negli ambienti del reparto, al cui interno ho osservato in che modo vengono svolte le operazioni preliminari che ogni caso richiede: risposte esaurienti ad ogni richiesta di spiegazione; prelievi ben predisposti e cartelle cliniche celermente compilate; una comoda camera di attesa nella quale sono intrattenuti i pazienti, prima di accedere ai laboratori o di essere condotti nella sala operatoria. Uguale comportamento è riservato al paziente al momento del congedo, quando viene informato sullo stato della malattia ed eventualmente la data del ritorno per il prosieguo delle cure, che raramente viene differita. Ad accogliere i pazienti è il clima cordiale del personale medico che spiega il percorso in atto e le cure e interventi da somministrare, perché ognuno abbia consapevolezza di quanto abbisogna la patologia di cui è portatore. Notevole è la lista dei servizi erogati e delle patologie trattate. Un elenco infinito che ritengo opportuno fornire qui perché gli utenti possano conoscerli: Chirurgie degli annessi, oftalmoplastica, dello strabismo, del glaucoma, refrattiva, Cross-Linking Corneale, Autorefrattometria, Angiografia Verde Indocianina, Fluorangiografia retinica, Ecografia retinica, Laser terapia Argon e Yag, OCT. Ampio anche il settore della Oftalmologia generale con ambulatori per le maculopatie, la retinopatia diabetica, per il glaucoma, la correzione chirurgica dei vizi refrattivi. Esauriente la lista dell’ortottica: Perimetria dinamica e statica, Pneumotonometria, Tonometria, Topografia Corneale. Sono tornato più volte nell’ospedale per portare a termine il piano terapeutico previsto per la mia patologia con appuntamenti ben programmati, compresi i controlli per la rivisitazione dei provvedimenti in atto. E in tutte le occasioni ho avuto modo di scambiare commenti e giudizi con numerosi pazienti che come me aspettavano il proprio turno per avere la cura del giorno. Ho raccolto così una unanimità di accenti positivi sul buon nome che il reparto si è costruito in pochi anni nella considerazione della propria utenza. Tutti hanno decantato la preparazione degli operatori sanitari ed espresso la piena fiducia nel loro operato. Tanto che il giudizio positivo si è ampiamente diffuso, estendendo la propria eco al di là del Vallo di Diano, giungendo fino al confine provinciale e anche nell’area napoletana da cui provengono molti cittadini per farsi curare. La qual cosa non è scontata, né di poco conto. Note positive che non fanno male, mentre quotidianamente sui mezzi di informazione compaiono nelle nostre aree interne lamentele e proteste per liste di attesa infinita, per il personale mancante nei reparti dei nosocomi e preoccupazioni per quelli che rischiano la chiusura.
La denuncia spesso è giustificata dalla realtà dei fatti, perché riguarda una situazione sanitaria precaria, che spesso segna una sorta di via crucis per chi necessita di ospedali attrezzati e idonei a tutelare il diritto alla salute. Il fenomeno interessa tutte le strutture ospedaliere del Cilento. I dirigenti sanitari responsabili delle ASL sovente non riescono a fare fronte a tale stato di emergenza, in attesa di completare organici carenti e ricevere i finanziamenti necessari per migliorare le strutture e comprare le attrezzature che mancano. Sempre più numerosi, quindi, sono i pazienti che intraprendono viaggi per trovare altrove una risposta positiva ai loro bisogni sanitari e inutilmente ripetono fino alla noia che tra i diritti irrinunciabili sanciti dalla Costituzione primeggia quello che impone agli organismi delegati dallo Stato di prestare soccorso agli ammalati. Io stesso su questa testata, alcuni mesi addietro, ho riportato un dossier per offrire ai lettori una fotografia della sanità nelle regioni meridionali, dove i “viaggi della speranza” verso gli ospedali di Milano e delle altre città del nord hanno raggiunto numeri non più tollerabili. Fra l’altro i sacrifici che affrontano le famiglie sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi tempi a causa del gravame determinato dall’inflazione galoppante. I disagi patiti dai cittadini sono evidenti e non più sostenibili. L’aggravio finanziario pesa sul bilancio delle regioni meridionali ed ha raggiunto cifre rilevanti, trasformando l’apparato sanitario delle regioni del Nord in un settore dell’economia locale che produce occupazione per i giovani e profitto a favore delle strutture di accoglienza che in quelle città sorgono come funghi. Fra l’altro, il dibattito dell’autonomia differenziata sparge nell’aria sostanze tossiche e si teme che ci possano essere ulteriori intoppi per la tutela della salute nelle nostre regioni. Il disagio si aggrava quando alcuni mali e patologie hanno bisogno di strutture sanitarie collegate ad istituti dove si compiono attività di ricerca avanzata per debellare malattie complicate e di difficile soluzione, alla luce di nuove tecnologie che prorompono anche nel campo della medicina. In particolare, per le persone avanti negli anni, quando le malattie sono più frequenti e complicate, il fenomeno dei viaggi di trasferimento lunghi e costosi da una regione all’ altra, moltiplica le difficoltà da affrontare. Se si constata, invece, che a pochi chilometri dal nostro abitato esiste un ospedale ben attrezzato ad accoglierci, è un sollievo per la nostra esistenza quotidiana. Spero che i livelli di prestazione raggiunti e garantiti dal reparto di oculistica nell’ospedale di Polla, possano diffondersi nelle nostre zone interne e nell’intero Mezzogiorno d’Italia e allontanare da noi l’aria malsana del divario e della paura quando, presentandoci al pronto soccorso, ci viene comunicato che necessita l’autombulanza per portarci chissà dove. Nei miei articoli precedenti cui ho fatto cenno, ho citato molte strutture sanitarie che nelle nostre regioni del Sud assicurano un servizio sanitario di eccellenza, nonostante la spesa pro capite erogata dallo Stato, sia minore per il meridione. In tali strutture ospedaliere operano primari e studiosi della medicina giunti a tale incarico importante tramite la sola legge della meritocrazia e in esse la funzione medica e paramedica viene svolta con grandi dosi di professionalità e profonda passione. Meritocrazia, passione, spirito di servizio, strutture ben corredate ed efficienti bastano, perché si abbiano da noi scatti in avanti nell’erogazione di servizi essenziali. In tal modo il divario tra le parti della nostra bella Italia potrebbe finalmente diminuire, segnando una nuova epoca soprattutto per le giovani generazioni del Mezzogiorno d’Italia.