“Tutta la vicenda relativa allo stadio della Salernitana sta prendendo una brutta piega. Si tenta di strumentalizzare la passione per il calcio, mentre l’interesse pubblico, che dovrebbe prevalere, viene subordinato alla propaganda politica. Personalmente, in presenza della disponibilità della società a realizzare un impianto adeguato alle prospettive della squadra e al suo legame con la città, non avrei esitato un attimo ad aprire una interlocuzione seria con l’obiettivo di non spendere un euro di risorse pubbliche. In questo contesto, dopo lo scivolone su Cupa Siglia, l’atteggiamento del Comune di Salerno riguardo la chiusura della Curva Nord dello stadio Arechi non fa altro che confermare questa preoccupazione. Una decisione che è, oltretutto, una chiara dimostrazione di scarsa sensibilità nei confronti della cultura sportiva che dovrebbe essere promossa e sostenuta dalle istituzioni. Le tifoserie sono un elemento vitale per il calcio e lo sport in generale e privarle della possibilità di sostenere la propria squadra in maniera adeguata è ingiusto e controproducente. Va infatti sottolineato come la chiusura della Curva Nord avrebbe senza dubbio un impatto negativo sulle casse della Salernitana e non solo: meno pubblico sugli spalti significa comunque minori entrate, con conseguenze economiche rilevanti per il club e per tutto l’indotto legato al “sistema Salernitana”. Sarebbe stato opportuno da parte del Comune promuovere un dialogo aperto e costruttivo con la società, cercando di trovare soluzioni condivise per conciliare le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico con le giuste aspettative delle altre tifoserie. La chiusura totale di un settore dello stadio è una sconfitta per tutti. Il Comune di Salerno dovrebbe rivedere questa decisione e a impegnarsi in un confronto serio e costruttivo con la Salernitana, al fine di trovare soluzioni che salvaguardino la sicurezza, senza però negare ai supporter di altre parti d’Italia la possibilità di sostenere la propria squadra. Salerno non può presentarsi come una “città chiusa”. Il calcio è un patrimonio sociale e culturale, e dobbiamo preservarlo e promuoverlo nel rispetto di tutte le parti coinvolte”.