Aldo Bianchini
SALERNO – “M quanto sono belle” le opere di Enzo Bianco e di Nello Ferrigno; dopo lo stucchevole dibattito sulla “Venere degli stracci” bruciata in Piazza Municipio a Napoli, sotto l’occhio attento del Maschio Angioino, è proprio il caso di tirare un sospiro di sollievo e plaudire all’arte pura.
Il progetto nato nella fucina di idee dell’associazione culturale Opificio Crea, presieduta all’architetto Vincenzo Adinolfi, con tanto di provvista economica della Regione Campania (quì non si scappa, c’è sempre lo zampino del governatore De Luca) serve ad abbellire per quello che può il lungomare di Salerno che ormi da tempo immemore è abbandonato a se stesso.
Qualsiasi cosa è, dunque, ben accetta al fine di conferire al lungomare, che fu onore e vanto della Salerno da bere degli anni ’60, un aspetto sempre più dignitoso anche dal punto di vista artistico e culturale in un’epoca in cui tutto sembra imbalsamato in schemi ideologici contrapposti e poco edificanti.
“ … due artisti, Nello Ferrigno (con la progettazione dell’architetto Mario Bignardi e del team dello studio Bignardi Architettura) ed Enzo Bianco (in tandem con l’architetto Paolo Calderaro) con l’ausilio dell’ingegnere Alfredo Ferrara, hanno realizzato due opere, poste sul lungomare della zona orientale, che sono state ufficialmente consegnate all’amministrazione comunale nella mattinata di ieri. Quella di Ferrigno, Leucosia e le altre, spiega l’artista, «è un’opera dedicata all’amore e alle donne. Racconta della sirena Leucosia che con le sorelle Partenope e Ligea tentarono Ulisse durante la navigazione …”, così scrive sul quotidiano Il Mattino (ed. 26 luglio 23) l’ottima giornalista Barbara Cangiano.
Non si può che essere d’accordo anche nello spronare a fare sempre di più e, se possibile, anche meglio.
Mentre il pensiero va alla “Venere degli stracci” che seppure esistita soltanto nella mitologia era ed è la Dea del trionfo dell’incontaminata bellezza femminile che mai e poi mai avrebbe neppure lontanamente pensato di coprire le sue beltà del “lato A” con degli stracci insulsi, lasciando però scoperto il “lato B”.
L’artista Michelangelo Pistoletto se ne faccia una ragione e appena può passi per il lungomare di Salerno per prendere in seria considerazione l’arte creativa di Bianco e Ferrigno che si muovono con destrezza e senza goffaggine tra Leucosia – Partenope e Ligea, le tre fantastiche e bellissime sirene dell’antichità.