Forestazione: processo tutto da rifare

Aldo Bianchini

SALERNO – La I Sezione Penale del Tribunale di Salerno nelle persone del Presidente Dott. Gaetano De Luca e dei Giudici a latere Dott. Carlo Cataudella e Dott.a Ornella Dezio ha reso in data 4 aprile c.a. una importantissima ordinanza nel processo in corso di trattazione avente ad oggetto i noti fatti legati alla c.d. “forestazione”. In particolare ha dichiarato la nullità assoluta ed insanabile del decreto che aveva disposto il giudizio nei confronti della IVAM s.r.l. e della Bioagricola Cilento s.r.l., entrambe amministrate dalla Sig.a Liliana Donadone estranea ai fatti. Il processo pertanto dovrà ritornare dal Giudice delle Indagini Preliminari per una nuova celebrazione della udienza preliminare. Si dovrà ritornare cioè al 29 ottobre 2007. La questione giuridica molto articolata e interessante da un punto di vista scientifico è stata sollevata dal Prof. Avv. Sergio Perongini subentrato nella difesa delle società a processo ormai in corso. In una situazione in cui era maturata la decadenza dal poter eccepire le nullità l’avv. Perongini ha approfittato del mutamento del collegio giudicante che, di fatto ha aperto la possibilità di introdurre le eccezioni in precedenza non svolte. La  questione più interessante eccepita il 13 marzo 2010 ha riguardato la presunta incostituzionalità dell’art. 43 comma 2 del D.lgs 8 giugno 2001 n. 231 nella parte in cui consentiva la notifica del primo atto del processo nelle mani dell’amministratore  della società indagato per il reato che determinava la responsabilità penale della società. La I Sezione Penale del Tribunale di Salerno accoglieva la eccezione dell’avv. Perongini e rimetteva gli atti alla Corte Costituzionale affinché decidesse sulla legittimità costituzionale dell’art. 43 D.lgs 231/2001. La Consulta esaminata la questione si pronunciava sulla costituzionalità della norma, ma rimetteva alla valutazione del Tribunale una attenta verifica “caso per caso” della garanzia effettiva del diritto di difesa. A questo punto il Tribunale valutava, nel caso di specie, che effettivamente per le due società IVAM e Bioagricola Cilento, nella fase delle indagini e in quella della udienza preliminare, non era stato garantito la effettiva partecipazione e difesa delle società nel processo.  Il difensore nominato all’epoca aveva ricevuto mandato proprio dall’amministratore delle società indagato e in conflitto di interesse con le società stesse. Quindi tutto da rifare. Ricorderanno tutti il clamore, a volte anche enfatizzato oltre misura, che caratterizzò la fase iniziale dell’indagine: arresti, articoli sulla stampa per mesi; tutto sembrava chiaro e semplice. Invece la realtà sta dimostrando che forse non era il caso di cantare vittoria troppo presto. Certo c’è da dire che la questione giuridica affrontata non era semplice e perciò era “sfuggita” a decine di operatori del diritto che si erano impegnati nel processo; non era invero una questione di routine né tantomeno una questione che si poteva rinvenire nelle riviste di giurisprudenza o su internet. E’ una di quelle questioni assolutamente originali e innovative che fanno scuola e formano oggetto di studi e commenti da parte di dottrina e giurisprudenza. Merito quindi al Prof. Perongini che arrivato per ultimo nel processo rischia di diventare il primo a vincerlo per le posizioni che difende.E merito anche alla I Sezione Penale del Tribunale di Salerno che si è impegnata a garantire un giusto processo agli imputati riequilibrando quella prima fase del 2002 nella quale alla stampa veniva presentato un processo ormai “chiuso”; allora però l’unica voce era il PM di allora che, in assenza di contraddittorio poteva dire di tutto e di più, ora invece, quando è anche la difesa a prendere la parola, le cose non sembrano proprio così “chiuse”. Nel processo infatti le parti  hanno in mano le carte che non sono in sequenza logica e definita, ma sono le parti stesse a doverle giocare con intelligenza e abilità perché ottengano un esito positivo. Gli estremi della rassegnazione scoraggiata, convinta che i giochi siano tutti decisi, e dell’efficientismo orgoglioso, certo che tutto dipenda da noi, sono dunque da evitare, e sarebbe stato giusto che li avesse evitati il PM che nel 2002 ha proceduto con tanto clamore. Se il processo, come ora sembra, si dovesse concludere con un niente di fatto, gli articoli e le interviste di quel PM del 2002 sembrerebbero dei suoni striduli come quelli che emettono i pavoni che però mentre parlano allargano la ruota.

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *