La Terbinafina svolge la propria azione fungicida inibendo un enzima coinvolto nel processo di sintesi di un’importante componente della membrana plasmatica delle cellule dei funghi. Così facendo, provoca un’alterata permeabilità della membrana stessa, con malfunzionamenti delle proteine di membrana che conducono inevitabilmente la cellula fungina alla morte. Questa molecola può essere utilizzata in trattamenti di natura locale, in unguenti o creme, ma può essere somministrata anche in forma orale. Quando il trattamento è di natura sistemica, è bene fare attenzione alle potenziali interazioni farmacologiche fra la Terbinafina ad uso orale e altri farmaci. La possibile tossicità risiede nel metabolismo della molecola: questa viene metabolizzata a livello epatico da alcune sottoforme di un enzima, il CYP450. Il suo trattamento può risultare quindi alterato quando viene somministrata in concomitanza con farmaci che allo stesso modo interagiscono con tali enzimi, per competizione nel metabolismo. Inoltre la Terbinafina è un inibitore dell’enzima CYP2D6, il che comporta che i pazienti che assumono farmaci metabolizzati da questo enzima, osserveranno un amento della concentrazione plasmatica di questi farmaci con l’incremento del loro effetto. Tra i farmaci che possono subire questo effetto abbiamo molecole che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, come gli antidepressivi triciclici e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, e farmaci cardiovascolari, come alcuni antiaritmici e beta-bloccanti. L’inibizione del metabolismo epatico di queste molecole da parte dell’antimicotico, si traduce con un aumento delle loro concentrazioni plasmatiche con la possibilità di un prolungamento e potenziamento dell’effetto di questi farmaci per permanenza in circolo di livelli elevati di principio attivo per un tempo più lungo.
Terbinafina: attenzione ai farmaci che assumete insieme
da Dr. Alberto Di Muria
Padula-L’onicomicosi o infezione alle unghie, è un’infezione a carico delle unghie, sia delle mani che dei piedi, provocata da diverse tipologie di agenti patogeni, come lieviti e muffe. Il processo infettivo provocato da questi egenti si manifesta come un ispessimento e deformità delle unghie, oltre che una modificazione nel colore dell’unghia. Tra i vari distretti, le unghie dei piedi sono più frequentemente colpite di quelle delle mani, per via dell’ambiente caldo- umido che si sviluppa facilmente e la maggiore fragilità delle unghie stesse, spesso colpite da traumi esteri per il continuo contatto con le scarpe strette e la facilità di incorrere in piccoli traumi.
Questa infezioni può manifestarsi inizialmente con una piccola macchia bianca o gialla, e svilupparsi ispessendo l’unghia stessa e provocandone una discromia che tende al giallo, quando interessa il letto ungueale, o rendendo la lamina ungueale fragile, friabile e polverosa quando interessa solo lo strato superiore dell’unghia. Nutrendosi di cheratina, questi microrganismi tendono a depositarsi a livello dell’unghia e a proliferare, provocando la formazione di detriti che a lungo andare possono accumularsi, portando al distacco dell’unghia come conseguenza estrema dell’infezione. Tra i lieviti che provocano l’infezione abbiamo la Candida albicans, mentre tra le muffe dermofile i Trichophyton ed Epidermophyton.
Per il trattamento delle onicomicosi vengono impiegati gli antimicotici, un gruppo di farmaci che comprende una serie di molecole capaci di inibire in modo selettivo lo sviluppo dei funghi patogeni. Gli antimicotici agiscono danneggiando selettivamente le strutture o i processi cellulare dell’agente patogeno, con molecole che impediscono alle cellule del fungo di crescere o riprodursi, come il sertaconazolo.