Aldo Bianchini
SALERNO – Cerco di spiegare meglio il contenuto del titolo: Aniello Salzano sta a Filomeno Di Popolo come i Popolari e Moderati stanno ai Socialisti; tutto qui il rebus politico nella maggioranza a Palazzo di Città ?
Niente affatto, la questione è sicuramente più complessa di come qualcuno vuole farla apparire sui media circoscrivendola ad una “semplice manovra di assestamento interno” su chi deve lasciare qualcosina e chi deve, invece, accaparrarsela … necessariamente; ne và della sopravvivenza stessa delle componenti in campo.
Ma cominciamo dall’inizio quando a cielo quasi sereno è arrivato il fulmine, strumentalmente utilizzato da tutti, del comunicato stampa a firma di Aniello Salzano per i Popolari e Moderati al fine di stemperare le uscite, non troppo in linea con il gruppo, dei due consiglieri Barbara Figliolia e Giuseppe Zitarosa che, secondo i malpancisti, avrebbero messo in discussione l’operato dell’assessore Massimiliano Natella per la pessima tenuta del verde pubblico.
Prima di andare avanti è necessario precisare due cose:
- che Aniello Salzano non è uno sprovveduto e che la sua maestria nell’utilizzo della lingua italiana è talmente superiore alla media che spesso gli amici di governo e gli avversari non ne comprendono il giusto significato. Questo gli consente di lanciare, tra le righe, messaggi molto importanti;
- che il verde pubblico a Salerno è sempre la pietra tombale di funzionari e politici chiamati a manutenderlo; ancor di più dopo l’irruzione della magistratura dell’ 11 ottobre 2021 e la conseguente decapitazione delle cooperative sociali.
Nessuno si è accorto che il messaggio di Salzano è un segnale politico che ha evidenziato una difficoltà oggettiva dei rapporti interni alla maggioranza che ha portato ad un palese squilibrio tra le forze in campo.
Sul perché Salzano lo abbia fatto non è proprio il caso di fare illazioni di giornata, come anche alcuni giornali hanno fatto; ripeto ancora che Aniello Salzano ha uno spessore di maturità politica che quasi tutti gli altri possono soltanto sognare.
Il PSI anche questa volta, purtroppo, ha sbagliato di grosso pensando di lanciare all’attacco prima Filomeno Di Popolo, poi Massimiliano Natella e infine Luigi Di Martino (coordinatore cittadino); ma il passaggio più grave è quello affidato al presidente di commissione Rino Avella (ammesso e non concesso che Avella possa essere strumentalizzato) che, rompendo ogni indugio, ha cercato di afferrare per i capelli lo stesso sindaco Enzo Napoli. E il sindaco è come i cavi dell’alta tensione, chi tocca rischia di morire.
Ricordo che ai miei tempi le polemiche si facevano prima nelle correnti, poi nei partiti, infine nei gruppi di maggioranza e soltanto quando ogni decisione era divenuta irrevocabile le notizie venivano sapientemente distribuite ai giornali che le vendevano come scoop. Oggi invece lo scoop c’è ogni giorno ed in ogni pagina anche di un singolo giornale di quartiere.
Il PSI, se non vuole annegare definitivamente, ha una sola soluzione: chiarezza o tutti a casa, diversamente si va alla deriva e l’ultimo palpito socialista si spegnerà nelle mani di Enzo Maraio, Filomeno Di Popolo, Massimiliano Natella, Luigi Di Martino e Rino Avella.