da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)
Sono preoccupanti i dati dell’indagine sulla percezione mafiosa tra gli studenti realizzata dal centro Pio La Torre in occasione del 41esimo anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, sfiducia generale dei giovani verso le istituzioni. Nel sondaggio lo Stato è ritenuto ‘più forte della mafia’ soltanto dal 19% dei ragazzi. «Il ripudio della mafia da parte dei giovani è in quanto fenomeno criminale che condiziona la vita politica, la democrazia e lo sviluppo socio-economico di tutto il Paese. Contestualmente cresce la sfiducia verso le classi dirigenti politiche, soprattutto quelle locali ritenute responsabili della persistenza e riproduzione della mafia».Lo ha detto Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre, commentando i risultati della 16sima indagine annuale sulla percezione del fenomeno mafioso da parte degli studenti che hanno partecipato alla diciassettesima edizione del “Progetto educativo antimafia e antiviolenza”, promossa con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, sottolineando il fatto che la mafia appare più forte dello Stato.In tutto 1.431 gli studenti delle scuole superiori dell’intero territorio nazionale che hanno partecipato a questa edizione dell’indagine in base alla quale, per il 62,61% dei giovani coinvolti,non esiste un legame fra organizzazioni di stampo mafioso e immigrazione, mentre il 37,39% è di tutt’altra opinione. Cresce la percentuale dei giovani che non credono a un legame tra fenomeno migratorio e organizzazioni di stampo mafioso.Dà, inoltre, grande soddisfazione, proprio in virtù di un progetto che coinvolge le scuole in tutta la complessità, che gli studenti italiani ripongano grande fiducia nei confronti dei loro insegnanti grazie ai quali hanno appreso che cosa siano la mafia, la legalità e la Costituzione Italiana, ma anche nei magistrati e nelle forze dell’ordine le cui azioni di contrasto antimafia, anticorruzione e antiviolenza diventano esempio da seguire. Per molti giovani le organizzazioni criminali cavalcano i fenomeni migratori. Non è del tutto superata la posizione di chi ancora individua nelle migrazioni la causa dell’espansione dei fenomeni criminali. Proprio nella sovrapposizione tra migrazione e criminalità va inserita l’immagine fuorviante che associa l’immigrato ad un criminale a priori. L’esempio potrebbe coinvolgere quei soggetti che migrano dal paese di origine all’Italia trasportando merce illegale,come ad esempio armi o droga. Tra le novità dell’indagine di quest’anno, c’è il chiamare in causa, da parte degli studenti, le Ong nel rapporto tra organizzazioni mafiose e immigrazione. Ritiene molto proficua , Vito Lo Monaco ,la scelta di confrontare le risposte degli studenti cercando di conoscere il loro ambiente sociale, il titolo di studio dei genitori, il disagio culturale e sociale, l’inadeguatezza della politica.