da Antonio Cortese (giornalista)
Dispiace constatare l’autogol, l’autocensura della stragrande maggioranza delle sinistre italiane dopo l’”outing” della compagna della Schlein. Le stesse non potranno mai più fare alcun moralismo su “puttane” e “puttanate” della controparte politica.
Personalmente deluso, due settimane fa ho già scritto nell’entusiasmo e nella novità generale, a proposito del nuovo segretario piddino, non sapendo però delle personalissime quanto rispettabili deviazioni ( come le chiama Vasco Rossi ) intime.
Fiumi di inchiostro e di parole sul peggio della politica vanificate dagli stessi accusatori; sui vecchi e nuovi mostri in queste due decadi, abbiamo visto servizi televisivi, videoclip in satira “blob”, tribune politiche, magistrati e prime donne del foro scandalizzate, intolleranti con acqua santa e croce esorciste su veline, escort, dame di compagnia, cougar woman e arrampicatrici sociali. Ora però lo sdegno ricade su di loro.
Devo scrivere queste righe per forza nella solennità tradizionale della settimana santa perché chi legge possa appieno afferrare, qualora fosse ancora confuso dai media, la squallida e tragica contraddizione del secondo partito di rappresentanza del bel paese.
In tutta ed umana e naturale omofobia, devo comunicare la presenza del tetro sipario luttuoso mascherato da arcobaleni ipocriti sui tradizionali colori rossi di compagini politiche che hanno scritto la costituzione, ma non certo per fare di un diritto e di determinate libertà licenze e regole portanti o a cui si debbano riferire milioni di individui, cittadini e soprattutto giovani persone.
I componenti del partito in stato di alterazione e degrado avanzato non sono pertanto più credibili in tema di politiche per la famiglia; e affermo ciò che scrivo perché nella storia della natura umana a memoria culturale sono due i casi in cui vigeva tale omosessualità in rosa: l’epopea saffica e quella della cultura psichedelica sessantottina.
Saffo e le sue seguaci per ribellarsi alla gerarchia maschile si isolarono sull’isola di Lesbo senza alcuna gloria o vittoria storica ma con sconfitta naturale di auto esaurimento, a parte le belle poesie e la letteratura reinterpretata dai bevitori di assenzio nella Parigi ottocentesca, e dai fumatori di oppio o altrettanti consumatori di mescalina nei rave antivietnamiti o studenteschi di moda in alcuni ambienti, fino ad una quindicina di anni fa, grazie anche alla copiosa letteratura musicale e cinematografica a riguardo.
Come direbbe il comico napoletano Simone Schettino: “ scusate ma so’ fondamentalista” altrettante parodie tragicomiche potrebbero intrattenere vasto pubblico, almeno per far pensare a chi non ci é ancora riuscito, sulla gravità di una situazione schifosa che proprio in Italia non ci si può permettere, onestamente; anche per non dare poi sempre la ragione a Dante Alighieri che si viaggi senza timone. Serve qualche altro esempio sulla pericolosità dei piddini contemporanei?