da Marianna Vallone
(giornalista)
Ilaria Parlanti, scrittrice e attivista toscana per i diritti della disabilità, è stata ospite, ieri, a Roccagloriosa, per festeggiare i dieci anni di attività dell’associazione culturale onlus Effetto Donna e per celebrare la Giornata internazionale della Donna. La giovane autrice ha presentato il suo libro “La verità delle cose negate”, Arsenio Editore, nella suggestiva cornice del Convento di San Mercurio, alla presenza di un pubblico curioso ed attento. Ad accompagnare l’evento le note e le voci del duo musicale Emanuele Montesano e Joseph Bruno, e un flash mob realizzato dalle studentesse della scuola media di Roccagloriosa sulle note di Freedom di Beyoncé.
Era l’8 marzo 2013 quando l’associazione culturale Effetto Donna muoveva timidamente i primi passi. «In questa stessa data dieci anni fa è cominciata la nostra avventura con un evento organizzato in una delle sale del ristorante U’ Trappitu – spiega l’associazione – Da dieci anni siamo attivi sul territorio di Roccagloriosa e Acquavena con le innumerevoli iniziative che toccano le tematiche femminili per la valorizzazione del ruolo della donna nella nostra società. La famiglia, i bambini, gli adolescenti, la violenza di genere, la valorizzazione del territorio, l’inquinamento, la cultura sono gli argomenti che ci stanno a cuore e costituiscono il fulcro delle nostre manifestazioni. Abbiamo cominciato come una sfida, per gioco, tutti pensavano che sarebbe durata poco ed invece abbiamo dimostrato di essere più forti di tutti nella volontà di voler portare a termine i nostri obiettivi, unite, coerenti ed entusiaste».
Ilaria Parlanti, oggi affermata autrice, è stata una delle prime concorrenti del Premio Letterario Roccagloriosa 2014- 2015. Aveva 17 anni ed era già autrice di raccolte di poesia e vincitrice di concorsi. Ed è stata premiata anche a Roccagloriosa. A dialogare con la scrittrice, la giornalista e socia, Marianna Vallone, che ha ripercorso in un’intervista le tappe più significative della vita di Ilaria Parlanti, il suo rapporto con la scrittura, la disabilità, l’accettazione di se stessi, il lavoro per il cinema e il futuro che l’attende tra successi e impegno.
«Ho la sindrome di Jarcho Levin, una patologia genetica rara di cui ho avuto diagnosi certa solo poco tempo fa. Nel mio primo romanzo racconto la storia di Isabella, un giovane chirurgo affetto dalla mia stessa patologia. – spiega la scrittrice – Ad un certo punto della mia vita ho deciso che era importante far conoscere la mia storia. Ho capito che la mia storia poteva diventare un mezzo di riflessione per gli altri. Sono andata a prendermi tutti i miei sogni, è questo il messaggio che voglio dare: amatevi senza giudizi, siate le persone che volete essere».
Nel romanzo racconta di Isabella, un giovane medico vertebrale tormentato dal passato. Quando scopre che l’ospedale Saint Victor di Parigi è stato chiuso e non esiste più, avverte l’esigenza di comprare un quaderno e, in un modo frenetico e convulso, inizia a scrivere e ricordare ogni dettaglio del luogo che ha da sempre segnato la sua vita. «Ilaria è una donna super tosta e consapevole si aver messo in campo tutte le sue energie, superando ostacoli anche fisici, per trasformare la passione per la scrittura in un’opera concreta, siamo orgogliose e onorate di averla avuta nostra ospite», ha concluso l’associazione.