Aldo Bianchini
SALERNO – Il quadro sul “rio Fusandola” adesso è completo; questa testata giornalistica è riuscita a sollevare un dibattito sulla questione della pericolosità o meno dei lavori di deviazione del tratto finale del torrente tristemente noto all’intera città e non solo per i danni dell’alluvione del 1954.
Da un parte la difesa di uno dei progettisti dell’imponente lavoro eseguito nei pressi della foce del torrente, dall’altra i politici Giuseppe Bicchielli e Roberto Celano che attaccano duramente il progetto, e nel bel mezzo un tecnico assolutamente al di sopra delle parti come l’ammiraglio Gaetano Perillo; completamente equidistante questo giornale che lancia il dibattito con doverose provocazioni e consente una discussione democratica.
L’ammiraglio Perillo come spesso ha fatto in passato anche questa volta è intervenuto sulla grave vicenda del Rio Fusandola e lo ha fatto con un lungo e motivato commento in calce al mio ultimo articolo (RIO FUSANDOLA: esiste realmente il pericolo di esondazione ?) pubblicato il 31 gennaio scorso, subito dopo gli interventi dell’On. Bicchielli e del consigliere comunale Celano (quest’ultimo è tuttora l’unico politico locale fa opposizione seria, professionale e continuata) che con forza avevano attaccato sia l’amministrazione comunale (come parte decisionale politica) che il gruppo di tecnici comunali (oggi a processo) rei, secondo la Procura, di aver portato avanti e completato un lavoro che andava in ogni modo annullato e/o meglio ripesato progettualmente.
Ma l’amm. Perillo assolve il Comune e i tenici ? è questa la domanda posta nel titolo; una domanda alla quale Perillo non dà una risposta inequivocabile perché anche lui, come me, si pone un’altra serie di domande elevandosi a giudice super partes, e tra le altre cose scrive: “” … Entrando nuovamente nel merito, io noto che lo scritto del tecnico sopra citato – che sintetizza il contenuto di una serie di documenti e di atti legislativi e regolamentari – rappresenta un chiaro riferimento soprattutto agli aspetti processuali e alla validità o meno dei progetti presentati e quindi alla regolarità e alla pertinenza delle autorizzazioni richieste e/o concesse … “”.
Ma non si ferma qui e intuendo benissimo che sul Rio Fusandola, nell’attesa dell’esito processuale, si sta giocando una partita tutta e soltanto politica, avverte le parti in campo dando ragione e torto ad entrambe: “” … Si presume cioè che sia materia analoga a quella utilizzata dai ricorrenti per ritenere non valide, insufficienti o illegali le fasi procedurali del procedimento e quindi per denunciare l’abuso edilizio in essere e per avanzare la richiesta di interventi a salvaguardia della pubblica incolumità. Al riguardo, ritengo che solo un diretto accesso alle fonti, ove possibile, consentirebbe ad un osservatore esterno di esprimere una propria opinione sulla base di una analisi più completa degli atti, fermo restando che la contrapposizione fra le parti, assurta ormai a materia penale, non potrà essere risolta se non nelle sedi dedicate … “”.
E, infine, va oltre il discorso puramente tecnico-processuale; all’ammiraglio non interessa (o interessa poco) chi ha torto e chi ha ragione; a lui preme evidenziare i rischi di carattere generale afferenti la gestione dell’ambiente, rischi che possono generare gravissimi problemi per la sicurezza di un’intera comunità, che nessuna difesa e nessuna accusa (sia pubblica che di parte) potranno mai cristallizzare per sentenza: “” … Sarebbe anche un modo per fornire all’opinione pubblica un quadro di situazione che tenga conto dei fattori in gioco e della reale incidenza di ciascuno di essi.
Si darebbe evidenza a quanto può/deve essere addebitato alle responsabilità della pubblica Amministrazione e quanto invece al groviglio burocratico delle leggi condizionanti i processi decisionali … “”.
Difatti è proprio questo inestricabile “groviglio burocratico” cha spesso va oltre le denunce e travalica i processi giudiziari per presentare al Paese il conto sull’abbandono della natura, anche dal punto di vista idrogeologico, e con le solite prevedibili e per nulla contenibili sciagure che, quanto non ci riguardano direttamente finiscono per essere state determinate sempre per colpa degli altri.
Egr. Direttore,
non ho la pretesa di poter assolvere o condannare qualcuno o chicchessia: mai stato Giudice popolare o Sacerdote in un confessionale!!
Tuttavia, credo di aver chiarito nei miei precedenti interventi e anche diffusamente in quello del 31 gennaio scorso (rimasto in moderazione e che a buon conto rimetto in allegato).
Ho assunto cioè una posizione di non convergenza con le opinioni- che giudico errate – di chi, immagino con argomentazioni tecniche non a mia conoscenza, attribuisce il rischio di future disastrose esondazioni del Rio Fusandola, alla deviazione del tratto terminale del suo alveo, eseguita per consentire la riconfigurazione di un’area, da lungo tempo tenuta in abbandono.
I giudici sapranno certamente districarsi a dovere, e auspicabilmente in tempi ragionevoli, fra la parte che eccepisce una colpevole inosservanza delle disposizioni di legge esistenti in materia e l’altra che rivendica il pieno rispetto di norme, regolamenti e quant’altro di competenza dei vari Enti chiamati in causa.
Io invece, pur sapendo di ripetermi, ritengo che la vicenda continui a distogliere l’attenzione da altri problemi più pressanti quali la frequenza delle manutenzioni degli argini; il “disboscamento” della parte superiore del rio; la rimozione di detriti e fanghi induriti accumulatisi nel tempo nella parte superiore lato sorgente; le verifiche sullo stato dei tratti tombati; il periodico insabbiamento della foce, sede peraltro di rifiuti di ogni genere mai asportati o che finiscono in mare; ecc.
Ma anche altri due aspetti non andrebbero trascurati, come già segnalato nell’intervento di cui sopra: quello igienico sanitario, per l’inquinamento del tratto di mare della spiaggia di Santa Teresa antistante alla foce e quello di natura estetica, per l’abnorme coesistenza della foce stessa – a cielo aperto – con il vicino Solarium e con la Piazza della Libertà.
Sarebbe il caso che da parte dei competenti uffici responsabili si adottassero opportuni provvedimenti al riguardo.
p.s.
Per la precisione, sono Ammiraglio GN ingegnere e non architetto e il nome di battesimo è Gaetano e non Giuseppe.
Allegato
31 Gennaio 2023
Egr- dr. Bianchini,
Nella mia attività lavorativa ho assolto molti incarichi attinenti all’ Ingegneria navale e meccanica, dopo aver conseguito il relativo titolo di studio presso l’Università di Genova e con una successiva lunga attività professionale alternata fra imbarchi su navi della M.M., e permanenze presso Cantieri navali, Arsenali e Organi centrali della Marina.
Ciò premesso, il mio approccio alla problematica del Rio Fusandola, come riportata da notizie di stampa, è stato determinato prioritariamente da curiosità professionale e dalla circostanza che il mio habitus mentale mi portava a ritenere che un’opera di ingegneria non potesse essere stata ideata, progettata e realizzata se non in ossequio a vincoli e precise prescrizioni tecniche e quindi che non fosse a regola d’arte.
Da quanto letto su vari articoli si discute ancora se, dal punto di vista delle autorizzazioni di legge, tutto sia stato condotto in modo conforme alle disposizioni vigenti o se addirittura siano state commesse delle omissioni, tali da prefigurare “abusi”.
La decisione è ardua, anche perché è difficile … districarsi nei grovigli della burocrazia. Spetta tuttavia agli organi competenti, sulla base della numerosa documentazione certamente prodotta dalle parti, trarre le giuste conclusioni.
Dal mio punto di vista, ritengo poco plausibile e/o dimostrabile un “rapporto diretto di causa ed effetto” fra la deviazione del tratto terminale, la variazione della pendenza, la modifica della geometria della foce del Fusandola con un conseguente possibile evento assimilabile alla disastrosa alluvione dell’ottobre 1954.
Escluderei che i lavori siano stati fatti in maniera dilettantesca e tali da creare una “strozzatura” a seguito di una deviazione dell’alveo, eseguiti cioè in dispregio delle leggi dell’idraulica che regolano il deflusso dei liquidi.
Del resto, all’epoca in cui il Fusandola aveva un percorso per così dire “rettilineo”, l’esondazione di acqua, di fango, di detriti e di arbusti vari, precipitati rovinosamente a valle, avvenne ugualmente.
A tal proposito mi è risultata illuminante la lettura di notizie riguardanti l’esito di un sopralluogo effettuato mesi fa dal geologo Domenico Negro nel territorio a monte dove scorre il Rio, sia nel tratto di attraversamento del rione Canalone che in quello ancora superiore.
Ebbene, si nota che tutto quanto attuato dopo l’alluvione del 1954, per scongiurare il pericolo di esondazioni (briglie, vasche di contenimento, ecc.), risulta totalmente vanificato per l’ abbondante presenza di vegetazione infestante, di arbusti e alberi di alto fusto e soprattutto per l’ interramento delle opere a suo tempo realizzate, causato dall’ accumulo prolungato di terriccio mai rimosso.
Quindi individuerei nello stato in cui si trova il corso superiore del Rio la concausa di eventuali episodi di esondazione, laddove la denunciata deviazione del percorso terminale del Rio a valle avrebbe solamente una incidenza percentuale ininfluente.
E ciò nonostante, non va neanche trascurata la constatazione che le recenti eccezionali precipitazioni registrate a Salerno e dintorni hanno provocato pesanti e abbondanti esondazioni in vari torrenti in provincia, ma niente di preoccupante si è visto relativamente al Rio Fusandola, che ha smaltito il surplus di acqua mantenendosi ad un livello ampiamente di sicurezza, anche per effetto della miglioria introdotta con l’allargamento della foce.
Infine, a latere ma non meno importante ai fini dell’ incolumità delle persone, sarebbe opportuno non ignorare i rischi a cui sono esposti i bagnanti che frequentano numerosi la spiaggia di Santa Teresa.
Proprio alla foce del Rio Fusandola, durante la stagione balneare si assiste a scene a dir poco paradossali, che purtroppo si ripetono quotidianamente. Grandi e piccini tranquillamente si bagnano nello specchio d’acqua in cui sfociano il Fusandola e un adiacente rigagnolo fognario, con uno sversamento continuo di liquidi inquinanti, non propriamente salutari. Esistono foro al riguardo).
È tutto regolare?
O forse si tratta di un problema di … secondaria importanza, da non sprecarci tempo per interrogazioni e/o ricorsi?