da Clemente Ultimo
Garantire un futuro sereno e dignitoso ai disabili – in particolare quelli colpiti dalle patologie più gravi – quando non ci saranno più i genitori, o in generale familiari, a prendersene cura. Questo il senso profondo del “Dopo di Noi”, nel contempo una preoccupazione ed una sfida per le famiglie dei disabili.
L’Italia il 16 giugno del 2016 ha approvato una legge dedicata proprio al “Dopo di Noi”, tuttavia la sua attuazione è ancora ben lungi dall’essersi tradotta in realtà concreta su tutto il territorio nazionale. Troppo spesso questo tema resta confinato all’interno delle famiglie e delle associazioni che lavorano con i disabili, i bisogni restano nascosti e non soddisfatti.
È proprio nel tentativo di portare alla luce queste necessità e favorire il confronto tra le diverse realtà che sono chiamate a confrontarsi con il “Dopo di Noi” che la sottosezione di Salerno dell’Unitalsi ha organizzato per martedì 21 febbraio alle 9.30 presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile il convegno:
“Dopo di Noi”: comunicare le necessità, realizzare i progetti
Un appuntamento che, fin dal titolo, intende richiamare l’attenzione su due punti fondamentali, ovvero far emergere i problemi che vivono disabili e famiglie e, poi, realizzare progetti concreti per rispondere a queste esigenze.
Ad introdurre i lavori sarà Sua Eccellenza mons. Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno – Campagna – Acerno. Seguiranno gli interventi del vicepresidente nazionale dell’Unitalsi Cosimo Cilli, dell’avvocato Giuseppe Brandi, dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno Paola De Roberto. A moderare i lavori il giornalista Clemente Ultimo.
«Fin dalla scelta del titolo del convegno – dice Linda Liguori, presidente della sottosezione di Salerno dell’Unitalsi – abbiamo voluto evidenziare la necessità di portare il tema del “dopo di noi” fuori dalla ristretta cerchia costituita dalle famiglie dei disabili che sono costrette a confrontarsi con questo problema, dalle associazioni del Terzo Settore e dagli addetti ai lavori. Garantire una vita dignitosa, integrata nella comunità di appartenenza, per ogni persona con disabilità non può ridursi a problema delle singole famiglie.
Ci sono tanti esempi positivi, tali da rappresentare delle vere e proprie best practices cui ispirarsi. Sotto questo profilo sarà fondamentale il contributo del nostro vicepresidente Cosimo Cilli, portatore di un’esperienza costruita sul campo. Così come il contributo dell’avvocato Brandi, attento studioso dell’evoluzione legislativa nel campo del Terzo Settore, in grado di indicare le opportunità offerte dalla riforma per la concreta realizzazione dei progetti. In questa prospettiva determinante è la presenza dell’assessore De Roberto, in quanto solo la collaborazione tra realtà associative, amministrazioni e forze sociali potrà portare a risultati concreti.
Un esempio di collaborazione virtuosa – e soprattutto di grande sensibilità – è senza dubbio rappresentato dalla disponibilità di monsignor Bellandi, pronto ad accogliere e sostenere l’idea di realizzare questo convegno proprio nella prospettiva di un impegno concreto a sostegno della vita. Un primo passo di un percorso che speriamo lungo e fruttuoso».