da Pietro Cusati (Giurista- Giornalista)
Il 29° Congresso della Federazione nazionale della Stampa italiana quest’anno si tiene a Riccione negli spazi del Pala Congressi, dal 14 al 16 febbraio 2023. “Informazione è democrazia. La mediamorfosi e il lavoro giornalistico”è il titolo scelto per il Congresso . ‘’Senza un’adeguata attenzione al tema dell’informazione, la democrazia rischia di morire”. Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, la Federazione nazionale stampa italiana,ha introdotto il tema principale del congresso nazionale .Partecipano 312 giornalisti delegati dalle associazioni stampa di tutte le regioni italiane chiamati ad eleggere il nuovo segretario nazionale e rinnovare tutti gli organi della Fnsi. Sono diversi i temi che verranno affrontati a Riccione. “Affrontare la crisi eludendo il confronto con gli editori significa peggiorare la situazione” ha osservato il segretario Raffaele Lorusso. “L’informazione professionale sta arretrando sempre di più, come dimostra l’andamento drammatico del mondo del lavoro”, vi è la necessità di “costringere tutti gli attori a sedere ad un tavolo” per affrontare la crisi che sta attraversando l’editoria. I mutamenti che si stanno affacciando sul mondo del giornalismo riguardano anche le tecnologie che pongono una diversa interpretazione della realtà e una sua diversa espressione. Tra le sfide ci sono “quelle che l’intelligenza artificiale pone ai giornalisti e alla professione. Sfide che non vanno soltanto raccolte ma anche rilanciate perché non si può pensare di fermare il progresso, che invece va governato”. «La libertà e l’autonomia professionale di ciascun giornalista trovano radice, oltre che nell’Ordine al quale appartiene, nella definizione di un quadro contrattuale solido e definito, che di questi valori sappia essere efficace strumento e che veda protagoniste le parti sociali interessate»,ha scritto in un messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.Il Congresso della Federazione nazionale della Stampa pone al centro dei suoi lavori lo stretto rapporto che connette l’esercizio della democrazia da parte dei cittadini della Repubblica con la libertà di informazione. Corrisponde alla consapevolezza del sindacato dei giornalisti del ruolo delicato a cui la professione deve assolvere. È indispensabile, per poter praticare in autonomia e libertà il mestiere di giornalista, che ciascuno dei protagonisti sulla scena spenda sino in fondo le proprie energie.L’attività professionale dei giornalisti non può essere soggetta a vessazioni, intimidazioni o violazioni della loro libertà. Ne va di quella di tutti. Creare e garantire le condizioni per una stampa indipendente è compito che interpella le istituzioni, la società civile nelle sue diverse articolazioni, l’industria dei media, la coscienza professionale di ciascun giornalista. Una società economicamente sana propone una industria editoriale capace di affermare con forza la propria funzione, non orientata a interessi di parte, ma diretta a inverare la previsione della Carta costituzionale che ribadisce il diritto dei cittadini a una informazione libera.Lo stato di trasformazione che sta vivendo l’industria dei media nel contesto della digitalizzazione non può tradursi in un impoverimento del patrimonio culturale e informativo posto a disposizione. Trova fondamento, a questo riguardo, l’intervento diretto a favorire, anche con risorse pubbliche, il pluralismo informativo, sostenendo i processi di innovazione, con la conferma del ruolo determinante della professionalità e responsabilità giornalistica nella definizione della notizia. Il sistema dell’editoria e dell’informazione è prezioso per il progresso della società italiana.La libertà e l’autonomia professionale di ciascun giornalista trovano radice, oltre che nell’Ordine al quale appartiene, nella definizione di un quadro contrattuale solido e definito, che di questi valori sappia essere efficace strumento e che veda protagoniste le parti sociali interessate, con garanzie uguali a quelle di altre categorie di lavoratori. La Repubblica – lo richiede l’art. 35 della Carta fondamentale – tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, per continuare, all’art. 36, con “il diritto di ogni lavoratore a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.