Da Luciano Di Gianni
Ennesima prova incolore dell’undici granata ieri sera al Bentegodi. Quella che doveva essere una partita da giocare con il coltello tra i denti, un testa a testa fondamentale contro una diretta concorrente, tra l’altro acerrima rivale, viene affrontata dalla squadra di Nicola con la solita arrendevolezza; impalpabile, molle, senza verve, se non per i primi 15-20 minuti illusori, dopo i quali i granata si dissolvono come neve al sole, lasciando il pallino del gioco in mano ai padroni di casa, che nonostante gli evidenti limiti tecnici riescono ad imbrigliare la Salernitana, ormai lontana parente di quella apprezzata ad inizio stagione. Il Verona sciupa un paio di ghiotte occasioni, prima del gol che arriva puntuale intorno alla mezz’ora di gioco; un traversone dalla sinistra viene finalizzato da Ngonge, che lasciato colpevolmente solo sul secondo palo, trafigge Sepe, preferito ad Ochoa. (altra scelta che farà discutere)
Nella ripresa la musica non cambia, i granata non riescono mai a rendersi davvero pericolosi dalle parti di Montipò, se non nelle battute conclusive con Piatek -subentrato quest’oggi – che lanciato a rete, si fa ipnotizzare dall’estremo difensore scaligero, divorandosi il gol dell’1-1 a pochi minuti dalla fine, rievocando il fantasma di un certo Chianese nella mente dei tifosi granata, anche ieri presenti in buona presenza al Bentegodi ( circa 700) nonostante la distanza e il lunedì pomeriggio.
L’ultimo sussulto è il tiro dal limite di Dia, che si spegne di poco a lato. Poco, troppo poco per una squadra che ormai non vede più la luce da tempo: 5 punti in dieci partite, e zona retrocessione distante ora solo quattro lunghezze. I granata sono ‘’ufficialmente’’ in zona calda, in piena lotta per non retrocedere. La sconfitta costa cara al tecnico; stavolta sembra davvero arrivata la fine della storia tra Nicola e la Salernitana. Nelle prossime ore si scioglierà il rebus successore. Tra i possibili sostituti Sosa, Iachini e Farioli.