CURIA: Moretti il temporeggiatore

Aldo Bianchini

SALERNO – Ho già utilizzato in un recente passato lo stesso
titolo di oggi per definire l’azione penetrante di un uomo, prima ancora che
vescovo, venuto da lontano a sanare i contrasti, i dubbi, le dicerie, le
vendette, le rivendicazioni e le aspettative di un clero che da molti anni si
dava battaglia all’ombra del campanile più alto dell’arcidiocesi di
Salerno-Acerno-Campagna. Parlo dell’arcivescovo di Salerno, S.E. Mons. Luigi
Moretti, che ha ereditato una curia provata, e quasi sfinita, sotto i colpi di
un’incessante azione giudiziaria e di una tempesta mediatica senza precedenti.
L’azione di Moretti, che alcuni si intestardiscono a voler condannare o quanto
meno a criticare è, a ben riflettere, l’azione tipica degli uomini di chiesa: silenziosa, ponderata, metodica, lenta. La Chiesa è sopravvissuta, nei
millenni, a tutti i cambiamenti, anche quelli epocali e rivoluzionari, proprio per queste caratteristiche che hanno contraddistinto i suoi uomini di governo. Con questo bagaglio di grandi esperienze è arrivato a Salerno il vescovo Luigi Moretti  facendo subito un passaggio
molto intelligente: conferenza stampa di apertura a tutti i mezzi d’informazione. Questo faceva ben sperare, non solo per i rapporti dell’informazione con la Curia, ma per i riflessi di questa “new generation” nei confronti del mondo esterno. Mons. Moretti di fatto, arrivando a Salerno, si è ritrovato d’improvviso a capo di uno degli apparati mediatici più forti e potenti da poter fare invidia a chiunque. Nell’arco dei decenni, il suo predecessore mons. Pierro, aveva strutturato l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali e lo aveva affidato (dopo la pessima esperienza di don Patrizio Coppola) all’uomo che in quel momento sembrava il più affidabile: don Nello Senatore. Oltre a coordinare
le comunicazioni sociali ordinarie interne ed esterne,  l’Ufficio Diocesano ha avuto la gestione “diretta” di AGIRE (settimanale cattolico edito da una cooperativa presieduta da Enzo Pappalardo e diretto da padre Claudio Luciano), TDS-TELEDIOCESI (diretta da Emilio Polverino ma di fatto controllata da don Nello), RADIO STELLA NEW GENERATION (edita dalll’ ANSPI e diretta da don Nello), con ramificazioni nel web attraverso AGIRE.IT, il sito ufficiale DIOCESISALERNO.IT, e il replay TELEDIOCESI-SALERNO.IT. Come avete modo di leggere ci troviamo di fronte ad un “impero mediatico” da far invidia a tutti se ben utilizzato ovviamente, altrimenti un fronte così vasto già in partenza poteva esporsi a crisi irreversibili. Doveva essere gestito bene e doveva essere gestito in funzione degli scopi per cui l’impero stesso era nato. Ma tutto questo ventaglio informativo soltanto in una piccolissima parte è stato gestito al meglio, parlo del settimanale appuntamento della rubrica ASTERISCO, su Agire, che Gerardo Pierro conduceva personalmente e direttamente. Tutto il resto è stato assolutamente inutile se
si pensa soltanto al fatto che in nessuna, e con nessuna delle testate possedute, la Curia ha innalzato una barriera difensiva contro l’incessante
azione giudiziaria e la consequenziale tempesta mediatica. Qualcuno dirà che non era compito di queste testate giornalistiche difendere la Chiesa. Un fatto, però, è certo. Chi dirige un organo d’informazione, chiesa o non chiesa, se pensa e crede di lavorare per soggetti fuori dalla legge va subito via, se invece si convince della possibile strumentalità dell’attacco, scende in campo e difende a spada tratta non tanto il “padrone” ma lo stato di diritto di ogni essere umano. E’ questo il ruolo dell’informazione veramente libera. Tutto questo, a Salerno, non è accaduto. Eppure storicamente il precedente c’era già stato. Da ritenere, quindi, che la brutta esperienza di don Patrizio Coppola non è servita a nulla. Don Patrizio, così dicono i santoni della Curia, fuepurato perché stava mandando in malora giornali e televisioni della Curia. E
ora che la situazione è ancora più disastrosa di quella precedente che succede: nulla. Il capo dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazione Sociali è tuttora al suo posto, anzi invece di stare zitto, e cercare di giustificare il presunto sfascio soltanto al suo superiore diretto, parla con i mezzi d’informazione esterni e svela quella che potrebbe essere la strategia, lenta silenziosa e penetrante, della Curia nel tentativo di risolvere il gravissimo problema.  Ecco proprio questo potrebbe essere stato l’unico errore (se così posso definirlo!!) commesso da Mons. Moretti nella
gestione dei “passaggi formali” per ricondurre il “gruppo editoriale” sulla strada giusta. Del resto le fratture, le scissioni, i rancori, i repulisti e le vendette non fanno parte dell’azione della Chiesa e bene ha fatto Moretti ad andare avanti con i piedi di piombo in tutte le altre azioni che, comunque, assicurano i bene informati,sono in atto da tempo.

One thought on “CURIA: Moretti il temporeggiatore

  1. Nel passato, gli articoli “dedicati” a Mons. Moretti riscuotevano molti commenti. Questa volta non vi è stato, fino ad ora, alcun commento, a dimostrazione dell’indifferenza che suscita il Ns. Arcivescovo.

    Pasinato

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