da Pietro Cusati
‘’ Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno.” Lo ha sottolineato il primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio ,alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,che ha illustrato il bilancio della giustizia nel 2022,un quadro in chiaroscuro, ” però si assiste ad un lento ma progressivo miglioramento della situazione,continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto nel civile quanto nel penale. “Ogni futura riforma , ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio , prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura”. ‘’ L’obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell’interesse esclusivo dei cittadini”, così il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, confermando la sua volontà “di ascolto e di dialogo costante con tutti i componenti del Consiglio Superiore”. “Sento, in questo momento e in questa sede, tutta la responsabilità del compito appena affidato a tutti i nuovi consiglieri, e a me che oggi li rappresento. Sono, e siamo tutti, consapevoli della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, “pilastro , come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica , della nostra democrazia”. Il Csm affronterà “le sfide, numerose e complesse, del sistema giustizia , portando avanti al contempo l’ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito, il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L’esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona”. “Un volto nuovo per il servizio giustizia”. Grazie alla spinta del Pnrr e alla “leale collaborazione e al costruttivo dialogo con tutti gli attori, nel rispetto delle prerogative di ciascuno”. Parte da qui, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 alla Corte di cassazione, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Dopo le relazioni del Primo Presidente della Cassazione, Pietro Curzio, e del neoeletto Vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, il Guardasigilli ha tracciato un quadro sintetico del “grande cantiere sempre della giustizia”, tra “riforme già varate da applicare e la progettazione di nuove”. Una – soprattutto – è la “priorità assoluta”: rivolgere “tutti i nostri sforzi ad assicurare al Paese un sistema capace di soddisfare le esigenze dei cittadini e delle imprese, per consolidare la fiducia dei primi e l’efficienza delle seconde”.Efficienza, digitalizzazione, ma anche “vicinanza e dialogo” con gli uffici giudiziari, alcuni dei punti centrali dell’intervento del Guardasigilli, che ha voluto ricordare – tra gli altri – il “filo diretto di comunicazione avviato tra via Arenula e gli uffici” e un nuovo progetto, che debutterà a breve, nella “stessa prospettiva di una giustizia di prossimità”.Il Ministro ha voluto ricordare “il ciclo di concorsi in atto, per assicurare un costante reclutamento e un più celere ingresso nelle funzioni del personale di magistratura”, come l’attenzione verso il personale amministrativo e per l’opera di reclutamento di tutti i profili di supporto dell’Amministrazione della giustizia, dentro i Tribunali e nell’intero sistema penitenziario e di esecuzione penale esterna”. Per il primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio una pesante e grave conferma riguarda gli infortuni sul lavoro (nei primi dieci mesi del 2022 le denunce sono aumentate del 32,9% rispetto allo stesso periodo del 2021) e le malattie professionali (denunce in aumento del 10,6%). Se riflettiamo attentamente, questi ed altri problemi, che segnano profondamente la nostra società, solo in parte possono essere affrontati con una risposta di carattere penale. Necessitano di interventi di più ampio respiro. Persino la criminalità mafiosa non può essere contrastata solo su questo piano, perché si rafforza quando e dove le istituzioni non svolgono il loro ruolo di tutela dei diritti e di mediazione e regolazione dei conflitti, lasciando spazio alla “supplenza criminale”. Ancor più emblematicamente i problemi interni alle famiglie e ai rapporti interpersonali, così come i conflitti di lavoro, degradano e a volte esplodono, quando la giustizia civile e del lavoro non svolge adeguatamente e tempestivamente il suo ruolo. Una strategia di contenimento e riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali può intaccare i dati inaccettabili su riportati solo grazie ad un sistema di controlli capillare, efficiente e moderno. Evitare un infortunio sul lavoro è molto più importante che punire il responsabile a posteriori. Come si è autorevolmente sostenuto in sede dottrinale, e di recente anche in sede istituzionale, l’area dei reati dovrebbe essere concentrata su ciò che effettivamente richiede l’intervento della sanzione penale, evitando proliferazioni delle fattispecie, spesso affidate a definizioni vaghe. Ciò a fini di garanzia dei cittadini, ma anche per una maggiore efficacia dell’intervento repressivo laddove necessario, evitando dispersioni di impegno e risorse. Le risorse e la variabile culturale Il problema delle risorse è cruciale. Non bisogna essere esperti di scienza delle organizzazioni per comprendere che senza risorse umane, strumentali e finanziarie adeguate non si possono ottenere buoni risultati. Per molti anni si è praticata una linea di intervento sulla giustizia affidato a riforme a costo zero. Per decenni le assunzioni di personale sono rimaste bloccate, non vi è stato turn over e l’età media del personale è progressivamente cresciuta.