NOCERA INFERIORE – Nella mia ultraventennale attività di “direttore di una testata giornalistica”, avendo ben compreso la netta distinzione tra giornalismo di carta stampata e giornalismo televisivo, ho sempre cercato di far capire ai miei giornalisti (e ne ho avuto a decine!!) che nel marasma dell’onniscienza (tipica in moltissimi giornalisti!) bisogna almeno fare una scelta precisa trai le due tipologie di giornalismo. E’ già difficile, molto difficile, fare il giornalista libero con un solo padrone, figurarsi con due. Dico questo perché non avendo nessuno alle spalle che mi spinge, prima di scrivere l’ennesima puntata della “telenovela Gambino” ho letto tutti i giornali ed ascoltato buona parte delle tv locali incappando in una tale diversità di commenti da far accapponare la pelle anche ai più refrattari. Commenti e reportage che in taluni casi, ancorchè prodotti dallo stesso giornalista, hanno evidenziato differenze stridenti. A tutto danno della categoria, purtroppo. Devo confessare che l’unico commento che sinceramente mi è piaciuto è stato quello della collega Angela Cappetta che su “Il Corriere del Mezzogiorno” ha ben rappresentato quanto accaduto nell’aula del tribunale di Nocera Inferiore per il processo “Linea d’ombra” a carico di Alberico Gambino ed altri. Ovviamente io non sono d’accordo su tutto quanto scritto dalla collega perché mercoledì in aula se è vero che non è accaduto il finimondo è altrettanto vero che la difesa ha incominciato a centrare l’obiettivo Panico ed a far emergere alcuni aspetti inquietanti (almeno due!!) sui quali nessuno, dico nessuno, ha posto l’accento. Di certo, però, in aula non ho assistito al fatto che “non crolla, ma ribadisce, rafforzandola, la sua ricostruzione dei fatti” e neppure alla circostanza che “il grande accusatore di <linea d’ombra>, Amerigo Panico, ha psicologicamente tenuto testa, per quasi cinque ore, agli avvocati difensori di Alberico Gambino, Diddi e Annunziata, che hanno dato il via al controesame di uno dei più importanti testimoni d’accusa…..”. Probabilmente avrò assistito ad un’altra udienza o avrò ascoltato un altro controesame ma, in tutta sincerità, a me è sembrato di capire che proprio psicologicamente l’attendibilità del teste è stata seriamente messa in discussione e se la costruzione accusatoria di Panico non è già crollata questo è dovuto soltanto alla “grande abilità psicologica” dei due difensori (prof. Diddi e avv. Annunziata) che, essendo appena all’inizio del controesame, sono partiti da lontano per mettere dei paletti ben conficcati nel terreno prima dello scontro che, per forza di cose, arriverà puntuale lunedì prossimo. In questa fase ritengo che chiunque svolga l’attività di giornalista deve saper anche chiedere quello che vuole ai difensori e deve, soprattutto, capire che nessun difensore al mondo anticiperebbe i passaggi fondamentali della propria difesa per evitare che la controparte possa correre ai ripari prima del tempo necessario. E’ una regola fondamentale dell’avvocatura, regola che anche i giovani cronisti dovrebbero capire anche nel caso non la conoscessero. Non sono rimasto affatto deluso dalla lenta, insinuante, esplorativa ed a tratti esplosiva conduzione del controesame. L’altro giorno i difensori, Didda e Annunziata, non avevano nel loro obiettivo il superteste che potranno smantellare quando vorranno, l’obiettivo era il Tribunale che psicologicamente va spinto verso l’apertura ad una nuova visione dell’intero impianto accusatorio. Qui sta la scaltrezza e l’alto significato professionale della difesa di Gambino, non è un’impresa facile ma già in qualche passaggio il risultato è stato ottenuto, tanto che l’attenta pubblica accusa (Volpe e Montemurro) è schizzata a tratti dalle sedie per cercare di far rientrare il processo nei binari sui quali loro lo avevano avviato. Insomma Diddi e Annunziata non sono certo degli sprovveduti tanto che hanno lasciato volentieri dire al Panico che tra i raccomandati c’era anche il figlio del maresciallo Cascone (notizia già smentita!!) in servizio tra i carabinieri di Pagani. Questa è un’arma a doppio taglio che, a mio giudizio, è stata giocata dall’accusa con troppa leggerezza e che rischia di spaccare quel fronte dell’Arma che, fino all’altro giorno, appariva unito in danno di Gambino. E poi è accaduto, sempre in aula, un altro fatto importante. Ad opera del Panico è stata definita un’altra tipologia di reato: l’estorsione fatturata. Un fatto assolutamente nuovo anche nella giurisprudenza più diffusa. In pratica il ragioniere Santilli avrebbe alterato in aumento le fatture di consulenza per mascherare l’estorsione dei soldi che doveva, poi, consegnare ad Antonio Fisichella. Un’accusa del genere, ridicola nella sua enunciazione, sarà spazzata via come foglia al vento. Poi, ovviamente, tutto è da vedere perché il processo non è finito con le prime quattro ore di controesame. Fossi nei panni degli imputati, e lo dico con tutta l’onestà intellettuale possibile, (soprattutto in quelli di Gambino) io avrei molta più paura delle dichiarazioni rese a verbale giudiziario da Rosa Ferraioli e Giuseppe Serritiello (rispettivamente responsabili del settore finanziario e di quello legale del comune di Pagani) che hanno descritto e definito un modo e un mondo particolare che incombeva su chi nel Comune era chiamato a decidere su fatti importanti. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini
“nel marasma dell’onniscienza (tipica in moltissimi giornalisti!)” (Bianchini) Confrontate con questo sempre di Bianchini: ” Nella mia ultraventennale attività di “direttore di una testata giornalistica”, avendo ben compreso la netta distinzione tra giornalismo di carta stampata e giornalismo televisivo, ho sempre cercato di far capire ai miei giornalisti (e ne ho avuto a decine!)”, non vi pare che ci sia un sentimento di “onniscienza” del direttore? A voi la sentenza?
Lidia
Cara Lidia Aldo Bianchini dice solo la verità,io non lo conosco personalmente ,ma conosco molti suoi allievi e ti posso garantire che grazie alla guida del Dottor Bianchini sono arrivati molto in alto nel campo del giornalismo,sia televisivo.che di carta stampata .Saluti Sonia Caruso