da Antonio Cortese (docente)
Edmondo Cirielli già allora, una quindicina abbondante di anni fa , nel paventato allarme di sprechi ed efficienze burocratiche, propose con un pizzico anche di orgoglio aleatorio, la comunione e l’accorpamento delle tre province di Salerno, Avellino e Benevento; una macro provincia meglio amministrabile.
Poi però i confusi confusionanti della politica locale e nel resto del Paese, presero la palla al balzo per proporre invece l’eliminazione delle Provincie seguendo un trend napolicentrista, specie in Campania, di una forza generalmente sommaria, elementare e sbrigativamente centripeta. Il sogno piacque dapprima a molti salernitani che vedevano un futuro sulla mappa geografica colorato da un moderno principato di Salerno, ma non solo non si é concretizzato almeno nei progetti e addirittura prese vigore l’ipotesi corale di tutte le classi politiche, di liberarsi delle province, lasciando alle sedi regionali l’intera responsabilità governativa sul territorio.
Se l’azione civica dei cittadini non si sia appena sopita, un altro referendum o almeno riportare relativa questione in seno al parlamento, sarebbe probabilmente lavoro proficuo se nell’immediato si necessitino tagli sulla lista delle spese evitabili. Ma non si tratta solamente di una questione di costi su costi, piuttosto di un design eco politico, volendo usare neologismi di moda o più appetibili, anche volendone chiacchierare tra un pandoro e due mostaccioli queste settimane correnti. Anche volendo riesumare una giustifica storico culturale, l’epoca dei Comuni é terminata da più di qualche secolo, quindi la ripartizione e i confini amministrativi non reggono da tempo oramai il passo coi tempi e le competenze dei professionisti locali, dalla politica all’agricoltura, dall’imprenditoria all’artigianato di famiglia. Realizzare pertanto macro provincie o accorparne talune per ambito d’azione, sarebbe utile, vantaggioso e produttivo, accumunando infatti geni e tradizioni che nella realtà sono prossimi e che non possono essere intralciate o impedite da logiche medioevali ancora oggi sulle carte di un sindaco.