Le ragioni della destra e i silenzi della sinistra

da Angelo Giubileo (avvocato – scrittore)

 

Avv. Angelo Giubileo

Un ciclo della politica si è definitivamente chiuso o sta per chiudersi. Infatti, la politica è sempre una questione di geo-politica. Così che, in Europa l’ultimo ciclo trentennale – iniziato con la caduta del Muro di Berlino e il principio di costruzione dell’Unione europea – oggi sembra avviato alla conclusione con la questione, tuttavia ancora aperta, denominata Qatargate. Ma, indipendentemente dall’esito di questa vicenda, ripetiamo ancora aperta, non c’è invece alcun dubbio sul fatto che la guerra in Ucraina rappresenta per l’Unione europea un punto evidente di non ritorno a un passato ormai chiuso. In Italia, lo stesso ciclo trentennale è iniziato invece con Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica e può viceversa ritenersi già definitivamente chiuso e completato con la nomina della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a capo del governo nazionale.

Le dichiarazioni rese ieri dai due opposti leader, Enrico Letta e Silvio Berlusconi, dicono essenzialmente questo: in Italia un ciclo della politica si è chiuso e ora occorre ripartire. Quale però la differenza di dettato tra i due?

Se Letta e i suoi, in virtù di un’ancora ostentata e presunta superiorità morale, hanno taciuto e tacciono su questi tre decenni – che hanno visto la sinistra disconoscere prima il comunismo, poi aderire alla terza via liberalsocialista di Clinton, Blair, Zapatero, ecc. e infine sposare la causa della globalizzazione finanziaria di Soros & c.; dal canto suo, Silvio Berlusconi ha invece deciso di passare (finalmente!) il testimone dicendo che “con la mia discesa in campo nacque il centrodestra e con la Meloni premier la democrazia italiana è davvero una democrazia compiuta”.

Berlusconi ha senz’altro ragione, e per due motivi almeno. Il primo: che i fatti gli hanno dato ragione. Il secondo: che i fatti sono andati proprio come lui li ha descritti e ricordati a noi tutti. A differenza dunque di chi, dopo oltre trent’anni, insiste ancora a parlarci di “Berlinguer e la questione morale”; così tacendo, allora riguardo all’Urss che finanziava il Pci, e ora riguardo ai fatti svolti e in corso a Bruxelles.

 

 

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